Milano, 07 giugno 2011 - Se è Giuliano Pisapia a definirlo «un desiderio», e pure «condiviso», se è Giuliano Pisapia a definirla «un’ipotesi che spero diventi realtà», allora l’ingresso in Giunta di Bruno Tabacci sembra davvero scontato. «È un desiderio condiviso — dice, per l’esattezza, il sindaco — nell’interesse della città». Tra il primo cittadino e l’onorevole di Alleanza per l’Italia (Api), partito confluito nel Terzo polo, c’è una lunga amicizia.

«Le parole di Giuliano mi fanno piacere — commenta lo stesso Tabacci — ma non mi stupiscono. Come poteva parlare diversamente? Ci conosciamo da tempo». Di Tabacci si era parlato come possibile candidato sindaco del Terzo polo, in alternativa a Manfredi Palmeri. Fu il secondo a prevalere. Negli ultimi giorni di Tabacci si è parlato come di nuovo assessore al Bilancio, come titolare di un superassessorato che, oltre a tenere i conti di Palazzo Marino, abbia anche deleghe economiche di prima importanza.

Lui preferisce non commentare: «Vedremo nei prossimi giorni. Pisapia ha detto che presenterà la Giunta entro sette giorni, prima di allora, per rispetto, non parlo». Già, ma la prospettiva che il terzopolista Tabacci entri nella Giunta milanese, di centrosinistra, scatena già prospettive e dibattito. Il centrodestra va all’attacco: «È la prova — dice Carlo Fidanza, europarlamentare e vicecoordinatore regionale del Pdl — che il Terzo polo, in questa campagna elettorale, tanto ’terzo’ non è stato. Vedremo quali saranno gli altri nomi della Giunta — conclude Fidanza — ma il pur competente Tabacci non rappresenta certo quel vento di cambiamento, quell’aria pulita di cui Pisapia parlava in campagna elettorale. Il neosindaco sembra contraddire la tante volte dichiarata volontà di non cedere, nella formazione della Giunta, alle logiche della spartizione partitica». Ma l’ingresso dell’onorevole rutelliano nella squadra di governo di Pisapia sembra poter aprire nuovi scenari anche a livello nazionale.

Dal laboratorio Milano potrebbe uscire un’alleanza che potrebbe replicarsi poi a livello nazionale. Sia il sindaco che il futuro assessore, però, smentiscono. «Non bisogna vedere in questa ipotesi che spero diventi realtà — spiega Pisapia — un segnale di carattere politico, ma la volontà comune di operare nell’interesse della città».

Il sindaco ribadisce poi la sua autonomia dai partiti della coalizione e dalle logiche della partitocrazia: «Sulla Giunta stiamo lavorando molto in armonia ma poi le scelte finali le farò io, perchè questo mi ha chiesto la città e questo mi sta chiedendo ancora la maggioranza dei milanesi». «Entro fine settimana — conclude — credo proprio che ci sarà il nuovo governo».

Quindi, a proposito di un’eventuale nuova alleanza, da Milano in giù, tra centrosinistra e Terzo polo, ecco Tabacci: «Non ho preso la tessera del Pd né di alcun partito del centrosinistra — risponde netto —. Gli effetti negativi del bipolarismo muscolare in cui abbiamo finora vissuto — afferma poi in una nota — sono evidenti a tutti, in particolare per quanto riguarda la crisi economica in cui versa il Paese: soltanto un governo di ampia coesione nazionale potrebbe restituire slancio e crescita all’Italia che ha bisogno ora più che mai di uomini di grande generosità, rigore morale e che si sentano in debito con il Paese. Diversa è la questione su Milano, dove la vittoria di Pisapia ha sprigionato risorse ed energie che sembravano sopite anche nel vivo della società milanese. Anche per merito suo si apre dunque una prospettiva cui ogni cittadino di Milano ha il dovere di guardare con attenzione».

«Il risultato elettorale delle amministrative — conclude Tabacci — è stato più ampio del successo che si è attribuito il Pd. Temo, tuttavia, che sia un riduttivo riproporre uno schema che miri a costringere l’azione politica di Api e del Terzo Polo in uno dei due insufficienti schieramenti attuali, la cui azione da opposta tifoseria non ha portato buoni risultati per il Paese. Ribadisco, invece, l’importanza dell’esperienza che stiamo costruendo del Terzo Polo».