Milano, 27 marzo 2011 - «Nelle grandi città nessuno riuscirà a vincere senza accordi con il Nuovo polo». Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini arriva all’Auditorium di largo Mahler e mette subito le cose in chiaro. Senza Terzo polo non si può trionfare al primo turno alle elezioni comunali del 15 e 16 maggio. Messaggio rivolto al sindaco Letizia Moratti e al candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia proprio nel giorno della manifestazione a sostegno del candidato sindaco terzopolista Manfredi Palmeri, attualmente presidente del Consiglio comunale.

Auditorium. Ieri pomeriggio. I leader nazionali del Nuovo polo ci sono tutti: oltre a Casini, ecco Gianfranco Fini (Futuro e Libertà) e Francesco Rutelli (Alleanza per l’Italia). Platea quasi al completo. C’è persino l’ex sindaco di Milano, ora europarlamentare del Popolo della Libertà, Gabriele Albertini: «Sono qui per simpatia nei confronti di Palmeri. Il Nuovo polo? A Milano raggiungerà il 10 per cento. La Moratti vincerà, ma al secondo turno».

L’ex primo cittadino pensa già al ballottaggio. I vertici del Terzo polo invece si concentrano sulla campagna elettorale. Lo slogan per i manifesti c’è già: «La primavera di Milano». La colonna sonora della kermesse ne tiene conto. Sì, perché dopo l’immancabile Inno di Mameli, l’intervento di Palmeri è preceduto da un flautista che esegue «La primavera» di Vivaldi e la manifestazione si conclude con «È la primavera» di Marina Rei. C’è voglia di cambiamento all’Auditorium. Ma la battaglia per le Comunali sarà durissima per il Nuovo polo. Casini lo dice a chiare lettere: «A Milano Palmeri ha contro tutti i poteri che contano. Se Manfredi pensa di affidare le sue possibilità di vittoria solo alle nostre forze politiche, la battaglia è già persa. Ma noi abbiamo una carta in più: l’opinione pubblica». Anche Fini ammette: «Manfredi non ha alle spalle i poteri forti. Ma può contare su tanti volontari». Il presidente della Camera aggiunge: «Milano si è stancata di promesse mirabolanti e invettive. Vuole cambiare pagina». Fini attacca la Lega. Prima ricorda ai lumbard che «la Padania non esiste, c’è il Nord Italia», poi sottolinea che «la sicurezza non è la politica della ronde, ma c’è quando esiste una cultura della legalità».

Rutelli, intanto, si dice sicuro che «Palmeri sarà la sorpresa delle elezioni». L’intervento di chiusura della kermesse terzopolista è affidato dai leader nazionali proprio al candidato sindaco, sorridente e un po’ emozionato. Palmeri, che cita Pericle, Gandhi e l’ex sindaco Greppi, afferma: «È vero, con noi non ci sono i poteri forti, ma ci sono i liberi e forti». Poi va all’attacco della Moratti sui terreni Expo («vicenda incredibile»), sulle alleanze elettorali del sindaco («un’accozzaglia di figurine per conservare un consenso che sta sfumando»), sulle eccessive spese elettorali («a noi non servono effetti speciali, meglio un comizio come propone Casini»). C’è una stoccatina anche contro Pisapia: «Il suo progetto ha una prospettiva limitata».

 

La manifestazione si chiude tra gli applausi. Al fianco del candidato sindaco, oltre ai tre leader nazionali, c’è tutto lo stato maggiore milanese del Terzo polo. I finiani Giuseppe Valditara («lanciamo da Milano un’alternativa forte e chiara al fallimento della Moratti») e Barbara Ciabò, i centristi Savino Pezzotta («è ora di cambiare, noi non abbiamo altre bandiere che il Tricolore») e Pasquale Salvatore, i rutelliani Bruno Tabacci («il Nuovo polo per Milano anticipa quello nazionale») e Carlo Montalbetti. A rovinare la festa ai finiani ci prova il vicesindaco Riccardo De Corato (Pdl): «Fli è un partito virtuale che occulta il simbolo per nascondere il flop elettorale».