Milano, 22 febbraio 2011 - «Vorrei sapere se questa è Radio Padania o Radio Arcore... Non è che nell’atto di fede e nello statuto della Lega Nord c’è scritto che essere federalisti significhi essere berlusconiani». Questa è una delle tante frasi andate in onda ieri su Radio Padania che avrebbero potuto imbarazzare il Governo se le avesse trasmesse Lucia Annunziata su Raitre. Ma c’è chi subito chiama e dice: «L’ho riconosciuto, quel Marco lì, basta con queste polemiche...».

Sulle frequenze di Radio Padania libera va in onda un po’ di malumore, e tanta diffidenza. La censura alla trasmissione di Lucia Annunziata «In 1/2 ora» certo a molti non è piaciuta, ma non basta a inquinare la sanguigna fede padana. Lo ribadisce anche il direttore del Giorno, Giovanni Morandi, che interviene, all’interno delle quattordici ore di diretta, nello spazio di Roberto Ortelli «Che aria tira». «La Lega è il partito più interessante e vivo che c’è in questo momento — dice Morandi —, soprattutto è il partito che ha meno problemi di tutti, e secondo i sondaggi sta crescendo. Certo, da una serie di interviste che il Giorno sta realizzando ai fondatori, emerge una certa nostalgia, ma è velleitario immaginare che la Lega possa essere quella della nascita. Sta crescendo, e Bossi sta tenendo la barra in maniera molto precisa e intelligente».

 

In effetti i fan del senatur si fanno sentire. Come al solito si invoca il federalismo. «Basta con questa controinformazione» dice un notaio di Como, «il federalismo porterà nuove tasse solo ai comuni non virtuosi». Franco da Bologna confessa di essere del Pd. Ma molti sono i messaggi allarmati di chi teme infiltrati nella grande diretta sulle frequenze di Radio Padania. Gianni da Alessandria: «Come mai tanti “sinistri” oggi? Attenzione». Antonio da Varese: «Poveri comunisti come son ridotti, sono costretti a farsi passare per leghisti per telefonare qua». Ma sono i duri e puri, quelli senza dubbi. Certo il dubbio che la Lega Nord voglia censurare od oscurare qualcuno viene fugato, anche dai conduttori che si affannano a ribadire per tutto il giorno come tutti possano parlare e chiedono a chi chiama se mai sia stato censurato. Ovviamente no, anche se i problemi c’erano ovviamente con Raitre e non con Radio Padania. Oggi si torna alle solite sei-sette ore di diretta, sempre senza filtro. E si tornerà a parlare di federalismo, che in onda è sempre il protagonista. E forse sarà più interessante di oggi seguire il dibattito, anche per gli sviluppi romani del decreto.