Milano, 25 settembre 2010 - Questa mattina, al teatro Zelig, si è tenuto il primo faccia a faccia ufficiale organizzato dal Pd tra i candidati del centrosinistra alle primarie di Milano. Il clima di confronto è stato tranquillo, anche se si è inclinato solo per un attimo con una scintilla di polemica personale tra l’urbanista Stefano Boeri e l’avvocato Giuliano Pisapia.

"Non accetto di prendere lezioni sui rom da te", ha sbottato l’ex parlamentare del Prc non appena l’architetto ha tentato di interrompere e correggere il suo ragionamento sulle modalità per integrare le popolazioni nomadi. Per Pisapia, "i rom hanno esigenze diverse da noi e quindi meritano risposte diverse", e la loro inclusione sociale e culturale deve realizzarsi a partire dai quartieri popolari. "A Milano - gli ha replicato Boeri - esistono 300 famiglie rom che non hanno bisogno di dirlo perchè hanno casa e lavoro: non c’è un problema rom a Milano, c’è un problema di povertà assoluta, ma evitiamo discriminazioni etniche".

Tutti i candidati del centrosinistra hanno comunque concordato sulla necessità di superare i campi nomadi, difendendo anche l’ipotesi di offrire temporaneamente alloggi popolari alle famiglie rom sgomberate, contro cui invece il centrodestra milanese si è scagliato, chiedendo ala giunta Moratti un dietrofront. "Quando il centrodestra dice di non dare le case ai rom - ha affermato il costituzionalista Valerio Onida - fa affermazioni di razzismo che fanno il paio con quanto si diceva negli anni 30 sugli ebrei. I 25 alloggi popolari di cui tanto si e’ parlato sono per le emergenze sociali, e la chiusura dei campi nomadi è un’emergenza sociale". Sul tema dei rom è arrivata anche una proposta al limite del provocatorio del quarto concorrente alle primarie, l’outsider Michele Sacerdoti, che ha suggerito di reclutare suonatori rom per tutte le cerimonie di matrimonio celebrate dal Comune.

Nonostante questa piccola diatriba, ogni candidato ha avuto l’opportunità di illustrare per la prima volta insieme e a un vasto pubblico, come quello che ha affollato la piccola platea dello Zelig, le loro proposte su Milano, sulle politiche per la casa, per l’ambiente, per la sicurezza e per i servizi sociali. Del resto, tutti e quattro sono convinti che la vera sfida non sarà quella che li vedrà opposti il 14 novembre, ma quella delle elezioni contro Letizia Moratti. "Abbiamo un obiettivo comune - ha sintetizzato Pisapia - far tracimare la Moratti".

 

MICHELE SACERDOTI - Alla sfida nelle primarie del centrosinistra di Milano per la scelta del candidato sindaco ha deciso di partecipare anche questo outsider della politica che si aggiunge così ai tre nomi già in lista: Stefano Boeri, Valerio Onida e Giuliano Pisapia. Laureato in fisica, ex dipendente Telecom, Sacerdoti è un ambientalista da anni impegnato nelle assemblee di quartiere. Sacerdoti tentò di candidarsi alle primarie anche cinque anni fa, ma non raggiunse il numero di firme necessarie per formalizzare la sua corsa. La sua prima uscita pubblica è stata proprio oggi.

 

SOPRALLUOGO IN METROPOLITANA - Stefano Boeri, Valerio Onida e Giuliano Pisapia, i tre principali candidati alle primarie del centrosinistra a Milano, si sono presentati in mattinata in quello che unanimemente hanno definito "il fallimento del sindaco Letizia Moratti e della sua Giunta", ovvero la fermata della linea metropolitana M3 Sondrio che è chiusa da una settimanaa causa dell'esondazione del Seveso.

Pisapia è subito intervenuto: "L'esondazione del Seveso è un ulteriore simbolo del fallimento della giunta Moratti ; non siamo davanti a una calamità naturale ma alle conseguenze di anni di politiche sbagliate. I progetti per risolvere questa situazione sono pronti ma sono stati lasciati nel cassetto, e con un terzo dei 180 milioni stanziati per la Gronda Nord si sarebbero già risolti i problemi delle acque di Milano". Tutti e tre i candidati alle primarie hanno concordato sulla necessità di interventi coordinati con tutte le istituzioni del bacino del Seveso, e hanno imputato al sindaco Moratti la responsabilita’ di non aver avviato il dialogo con gli altri enti.

"La mancanza di risorse è un alibi - ha osservato Onida - il vero problema è la mancanza di coordinamento, ed è compito del sindaco di Milano rappresentare la collettività. Le soluzioni ci sono, non c’è bisogno di un redivivo Leonardo Da Vinci per trovarle". Per Boeri, l’eventuale nomina di un commissario straordinario per il Seveso, sollevata tanto dalla destra quanto dalla sinistra, "sarebbe un’ulteriore offesa per la nostra città". Secondo l’urbanista, la soluzione sta nella creazione di una autorità sovracomunale che coinvolga i bacini del Seveso, del Lambro e dell’Olona per un governo complessivo delle reti idriche di Milano e della Brianza.