Pisapia rinuncia alla ricandidatura da sindaco e scatta il toto-sostituto. Fiano e Majorino in pole, ma resta il nodo primarie

Il Pd accelera, stamattina vertice del centrosinistra. Meditano la discesa in campo anche Stefano Boeri e Ivan Scalfarotto. Sta fecando un pensierino alla poltrona da sindaco anche la vice Ada Lucia De Cesaris. I movimenti arancioni potrebbero sostenere Umberto Ambrosoli, ma c’è anche l’incognita Giuseppe Sala di Massimiliano Mingoia

Il sindaco Giuliano Pisapia

Il sindaco Giuliano Pisapia

Milano, 23 marzo 2015 - Il dopo-Pisapia è già iniziato. A poco più di un anno dalle prossime elezioni comunali, il centrosinistra dovrà trovare un sostituto del sindaco arancione. Il «cerino» è nelle mani del Pd. Il partito di maggioranza in città vuole dettare modi e tempi della scelta. Il segretario metropolitano dei democratici Pietro Bussolati ieri sera ha già riunito i vertici del Pd sul nodo Comunali e stamattina alle 9 ha convocato tutti i segretari politici della coalizione di centrosinistra.

Il primo nodo da sciogliere riguarda le primarie: farle o no? Nel 2011 erano servite per creare entusiasmo nell’elettorato progressista. La sfida tra Pisapia e l’archistar targata Pd Stefano Boeri aveva mobilitato migliaia di persone. Quattro anni dopo, le primarie non godono di buona salute. Lo stesso Pisapia, al momento di annunciare il suo passo indietro, sottolinea: «Le primarie non sono un totem, ultimamente hanno perso un po’ di credibilità. Ma se non c’è una candidatura riconosciuta da tutto il centrosinistra, credo che sarebbero un modo per scegliere dal basso». Bussolati è più netto sulla consultazione interna al centrosinistra: «Io sono nativo democratico e le primarie sono la via maestra. Nessuno pensi di fare caminetti con la società civile». NON È TEMPO di candidature civiche, fanno capire a chiare lettere i dem. C’è un rischio, però, all’orizzonte. Il segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri lo indica subito: «Evitiamo il balletto delle autocandidature e concentriamoci sulla città».

Ma il totocandidato è già partito. E il maggior numero di aspiranti sostituti di Pisapia sta proprio nelle file democratiche. Se ne contano almeno quattro. In pole c’è Emanuele Fiano, parlamentare stimato dal premier Matteo Renzi con un passato a Palazzo Marino. Un altro nome spesso citato è quello di Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali, schierato con la Sinistra Pd e pronto al dialogo con Sel e movimenti arancioni. C’è addirittura chi giura che al momento opportuno Pisapia dichiarerà il suo sostegno a favore di Majorino. Ma medita la discesa in campo anche un «nemico» del sindaco, Stefano Boeri, prima sconfitto alle primarie da Pisapia e poi licenziato dallo stesso cittadino quando era assessore alla Cultura. Il poker del Pd si chiude con Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme costituzionali e attivista per i diritti civili. Sta fecando un pensierino alla poltrona da sindaco anche la vice Ada Lucia De Cesaris. Lei non è iscritta al Pd, ma è stimata da molti democratici. Sel, invece, punta sull’assessore al Lavoro con un passato nella Cgil Cristina Tajani. I movimenti arancioni potrebbero sostenere Umberto Ambrosoli, consigliere regionale del Patto civico e figlio dell’«eroe borghese» Giorgio Ambrosoli. C’è anche l’incognita Giuseppe Sala: entro l’estate il commissario straordinario di Expo Spa dovrà decidere cosa fare «da grande». A Palazzo Marino c’è già stato da direttore generale. Che voglia tornarci da sindaco? Il dopo-Pisapia è già iniziato.

di Massimiliano Mingoia

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro