Dopo-Pisapia, squadre in campo. E il Pd ha già un poker di nomi

Fiano, Majorino, Scalfarotto e Boeri è il poker di nomi del Pd. Ma circolano anche i nomi di Andrea Guerra, Umberto Ambrosoli e Giuseppe Sala. L'outsider con appoggio pentastellato sarebbe Antonio Di Pietro mentre la Lega, con primarie per il centrodestra, potrebbe puntare su Salvini

Giuliano Pisapia, sindaco di Milano

Giuliano Pisapia, sindaco di Milano

Milano, 24 marzo 2015 - Il dopo-Giuliano Pisapia è già iniziato. Domenica il sindaco «arancione» ha annunciato che non si ricandiderà alle elezioni comunali milanesi del 2016 e il toto-sostituto è scattato immediato. I partiti del centrosinistra, Pd in primis, ieri mattina si sono riuniti per iniziare a discutere del metodo. La parola d’ordine è una sola: primarie. Le stesse che incoronarono Pisapia contro il candidato del Pd Stefano Boeri nel 2011. Stavolta i democratici non vogliono subire smacchi. Il premier Matteo Renzi metterà presto la testa sul caso Milano, assicurano i fedelissimi. I primi aspiranti sostituti di Pisapia si scaldano. Nel Pd poker di nomi. C’è Emanuele Fiano, parlamentare stimato da Renzi e con un passato a Palazzo Marino. C’è l’assessore milanese Pierfrancesco Majorino, più vicino alla Sinistra Pd che a Renzi. C’è Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme istituzionali. Il poker democratico si chiude con un «nemico» di Pisapia, Stefano Boeri, l’archistar licenziata dal sindaco quando era assessore alla Cultura. Ma Renzi, alla fine, potrebbe tirar fuori un nome della società civile. I boatos parlano di Andrea Guerra, ex ad di Luxottica, amico del premier. Anche il commissario di Expo Spa Giuseppe Sala è tra i «papabili». E Umberto Ambrosoli, figlio dell’«eroe borghese» Giorgio, ha qualche carta da giocare: è stato il candidato sconfitto alle Regionali del 2013, ma a Milano ha ottenuto un ottimo risultato. Sul fronte di centrodestra, Matteo Salvini è pronto a scendere in campo. Il segretario della Lega ieri si è detto disponibile alla candidatura, «ma passando dalle primarie». FI, invece, deve ancora scegliere un nome su cui puntare: Silvio Berlusconi ha in mano il dossier Milano. L’outsider è Antonio Di Pietro. Il pm di Mani Pulite punta alla corsa con l’appoggio del M5S. Il dopo-Pisapia è già iniziato.

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