Pisapia: "Ricandidarmi? Non mi faccio dettare agenda dal Pd". E si infiamma la polemica

Con il sindaco di Milano si è subito schierato ils egretario del pd Pietro Bussolati pronto a garantire che il partito non ha mai voluto lanciare nessun ultimatum al primo cittadino. Dall'altra parte della barricata la coordinatrice di Forza Italia in Lombardia, Mariastella Gelimini e il capogruppo Fdi al Pirellone, Riccardo De Corato

Giuliano Pisapia, sindaco di Milano

Giuliano Pisapia, sindaco di Milano

Milano, 22 novembre 2014 - Milano pensa già alle elezioni comunali del 2016. Sarà Giuliano Pisapia il candidato del centrosinistra? Oppure sarà qualcuno altro a raccogliere l'eredità del sindaco uscente e a sfidare il centrodestra nella conquista di Palazzo Marino? Domande che per il momento restano senza risposta ma che bastano a surriscaldare i rapporti tutti interni al centrosinistra lungo l'asse Milano Roma.  

Non è un mistero che Pisapia, durante l'intero arco della sua esperienza politica, si sia sempre tenuto abbastanza alla larga dalle logiche di partito. Chi lo conosce, sa bene quanto l'avvocato penalista che nel 2011 sconfisse Letizia Moratti, insomma, non abbia mai digerito i diktat imposti dall'alto. E di certo la presa di posizione di Lorenzo Guerini, che giusto ieri lo aveva sollecitato a pronunciare l'ultima parola sulla sua ricandidatura, è stata per lui come fumo negli occhi. Tanto da spingerlo, questa mattina, a replicare con tono polemico: "Non mi faccio certo dettare l'agenda dalla segreteria nazionale del Pd". Come dire che sarà soltanto a lui stabilire la linea politica da tenere, almeno per quanto riguarda il futuro Milano. "Manca più di un anno e sei mesi alle elezioni - sono sempre parole del sindaco - e da parte mia non ho dubbi né tentennamenti sulle priorità della città e sul futuro di Milano".

Con Pisapia si è subito schierato il segretario milanese del Pd, Pietro Bussolati, pronto a garantire che il partito non ha mai voluto lanciare nessun ultimatum al primo cittadino: "Non esistono dichiarazioni in merito da parte mia e di componenti della direzione metropolitana ne, tantomeno, di assessori del Pd - dichiara il numero uno del Pd milanese in una nota -. Nemmeno la segretaria nazionale si e' espressa sull'argomento Milano e sulla squadra che affrontera' le prossime amministrative". Più o meno lo stesso concetto ribadito da Guerini in una dichiarazione rilasciata a metà pomeriggio nel tentativo di gettare acqua sul fuoco e placare la polemica sul nascere. "Nessun ultimatum o diktat - assicura il vicesegretario del Pd - né da parte mia, né dalla segreteria nazionale del Pd. Ci sarà tempo e modo, in vista del 2016, di fare, nell'ambito della coalizione che guida la città,le valutazioni che riguardano il futuro di Milano e della sua amministrazione".  Dall'altra parte della barricata, però, non manca chi ha colto la palla al balzo. Come la coordinatrice di Forza Italia in Lombardia, Mariastella Gelimini: "Si e' aperta ufficialmente la campagna elettorale per il dopo Pisapia". O come il capogruppo Fdi al Pirellone, Riccardo De Corato: "Tutti contro tutti in maggioranza", attacca l'ex vicesindaco che aggiunge: "Siamo alla rissa fra il Pd e e il sindaco".

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