Pedofilia, ex fonico dei Modà condannato a 5 anni e mezzo

Bovi era accusato sia di violenza sessuale su quattro ragazzini, sia di evasione dagli arresti domiciliari per commettere un tentativo di suicidio. Era stato arrestato lo scorso 14 gennaio per violenza sessuale su minori, perché nel 2011 avrebbe molestato quattro ragazzi tra i 13 e i 16 anni nella parrocchia in cui faceva l'animatore

Paolo Bovi (NewPress)

Paolo Bovi (NewPress)

Milano, 10 ottobre 2014 - L'ex fonico e fondatore dei Modà Paolo Bovi è stato condannato a 5 anni e mezzo di reclusione. Bovi era accusato sia di violenza sessuale su quattro ragazzini, sia di evasione dagli arresti domiciliari per commettere un tentativo di suicidio. La condanna è stata inflitta con rito abbreviatodunque con lo sconto di un terzo della pena, dal giudice per l'udienza preliminare Franco Cantù Rajnoldi. Bovi era stato arrestato lo scorso 14 gennaio per violenza sessuale su minori, perché nel 2011 avrebbe molestato quattro ragazzi tra i 13 e i 16 anni nella parrocchia in cui faceva l'animatore e insegnava chitarra. 

All'inizio dell'anno il giudice per le indagini preliminari Luigi Gargiulo lo aveva posto agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, respingendo la richiesta dei pubblici ministeri Daniela Cento e Lucia Minutella di disporre nei suoi confronti la custodia in carcere e derubricando l'ipotesi di reato contestata dalla procura, qualificandola come "minore gravità dei fatti". Il 23 marzo, però, era finito in carcere con l'accusa di evasione, perché nel tentativo di togliersi la vita si era tolto il braccialetto elettronico con cui veniva controllato dalle forze dell'ordine.

È stato proprio il braccialetto a salvarlo, perché quando l'ex fonico lo ha rotto, i carabinieri si sono messi sulle sue tracce, trovandolo in fin di vita non lontano dalla sua abitazione a Cernusco sul Naviglio. I suoi legali, Gianluca Gambogi e Raffaele Della Valle, avevano spiegato che il tentativo era dovuto allo "stato di profonda prostrazione di cui Bovi è molto sofferente". Gargiulo aveva poi firmato nei suoi confronti un decreto di giudizio immediato, che dispone immediatamente il processo saltando l'udienza preliminare sulla base dell'evidenza delle prove. La difesa, però, aveva poi chiesto di accedere all'abbreviato.

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