Parkour mon amour, vite da traceur a Milano

Viaggio nel mondo del parkour a Milano. Chi sono questi atleti e perché hanno scelto uno stile di vita così "estremo" CHE COS'E' / DOVE FARLO A MILANO

Parkour

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Milano, 21 novembre 2015 - Tracciano i loro percorsi tra muretti, rampe, scalinate e dislivelli in giro per Milano. Adattare il proprio corpo all'ambiente circostante superando gli ostacoli, sia fisici che mentali, è la loro filosofia. Il parkour a Milano è ormai diventato una realtà consolidata dopo lo sbarco in città nei primi anni 2000 con la diffusione dei video realizzati nelle periferie francesi.

La filosofia del parkour è essere per durare – afferma Davide Polli, presidente della Asd Parkour Milano - Non è allenamento intenso e logorante per vincere una competizione, ma capire i propri limiti, cercare di superarli con l'applicazione e migliorare, non solo dal punto di vista fisico. La componente mentale è fondamentale. Migliorare sé stessi per se stessi, sotto tutti gli aspetti e a tutte le età”. Una disciplina che nasce in strada, in contesti del tutto informali ma che vede a Milano la prima società italiana come numero di iscritti e una delle prime in ordine di tempo ad essere nata: “Nel 2006 eravamo un gruppo di ragazzi provenienti da sport differenti – aggiunge Davide Polli - Avevamo visto i video che circolavano sul web e abbiamo iniziato a provare ritrovandoci nei luoghi di Milano più adatti. Ma, ben presto, ci siamo accorti che sbagliavamo e ci mancavano le basi: ci siamo messi in contatto con i fondatori. Viaggi, corsi di formazione, letture dedicate ai metodi di allenamento e di insegnamento. Parkour

Così, nel 2009 abbiamo sentito l'esigenza di darci un volto più organizzato e regolare fondando la Asd Parkour Milano. All'inizio organizzavamo allenamenti all'aperto”. Dal gennaio 2014 però la Asd Parkour, che ha una scimmia come simbolo, ha una propria palestra: la Total Natural Training (condivisa con altre due realtà che si dedicano a ginnastica dolce, danza, boxe e vari tipi di arti marziali), nata dal recupero di un capannone abbandonato da 15 anni in via Val Maira, in zona Niguarda. 

Gli iscritti sono 1600 e non ci sono limiti di età: i corsi iniziano dai bambini di 5 anni e il praticante più “vecchio” ha 65 anni. I numeri dal 2009 sono in crescita costante e la società collabora sia con la Uisp che con il Comune di Milano: “La maggiore diffusione mediatica che ha vissuto la disciplina negli ultimi anni ha contribuito tanto alla sua crescita – precisa Davide Polli - Ma bisogna stare attenti: spesso sono state chiamate con questo termine cose che niente avevano a che fare con il parkour. Poi bisogna dire una cosa fondamentale: quando si guarda un video di un salto magari in uno spazio molto ristretto bisogna essere informati e sapere che il protagonista sa quello che fa, non è un folle. Ha alle spalle un lungo percorso di allenamento, ogni minimo movimento è calcolato e se qualcosa dovesse andare storto sa come comportarsi – prosegue Davide Polli - Niente si improvvisa. Con il parkour non si cerca assolutamente il pericolo, si sa come affrontarlo se si presenta”.

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