Eurolega, l'Olimpia gioca a ciapa no

Pianigiani "Il girone di andata ha detto che qualcosa ci manca"

Pianigiani (LaPresse)

Pianigiani (LaPresse)

Milano, 31 dicembre 2017 - Potremmo mettere a confronto ormai numerosi articoli in cui si commenta il “day after” dell’Olimpia dopo le gare di Eurolega e sembrerebbero quasi tutti uguali. La squadra lotta, se la gioca, dimostra di poter vincere, ma poi perde. Sempre. Precisamente 11 volte su 15, il peggior record dell’Eurolega da condividere con Valencia ed Efes. Lo stesso dell’anno passato, quando le 8 vittorie totali furono equamente divise da andata e ritorno. La nuova sfida dell’Armani Exchange è dunque quella di fare in modo che la stagione europea non finisca in malora come quella dell’anno passato con un girone di ritorno nel quale l’AX ha preso sin troppi schiaffi. Allo stesso punto dell’anno passato, non era così peregrino avere come obiettivo i playoff, erano lontano solo di 3 vittorie, quest’anno sembra già impossibile visto che l’ottava in classifica attualmente è il Khimki che ha 4 vittorie di vantaggio ed è già venuta a vincere a Milano. La squadra, però, dovrà mostrarsi matura e non mollare il colpo perchè un altro girone così deludente dal punto di vista dei risultati sarebbe delittuoso.

«Siamo frustrati e amareggiati - commenta coach Pianigiani -. Abbiamo perso ancora per uno scarto di un tiro. Finora il girone di andata ha detto che qualcosa ci manca, questa volta il primo quarto è stato inaccettabile davvero. Ora voglio fare un girone di ritorno in cui non dovremo mollare niente e anzi dimostrare di essere una grande squadra che vuole crescere. Questo deve essere il nostro obiettivo fino all’ultima partita di questa Eurolega». Nelle ultime gare è poi davvero mancato troppo l’apporto dei cosiddetti “campioni” che avrebbero dovuto trascinare la squadra verso lidi ben più interessanti, invece Jerrells ha messo insieme 0 punti nelle ultime tre gare tra campionato e coppa (gioca con un problema al piede e ora potrebbe essere fermato), Goudelock e Theodore si perdono troppo spesso negli individualismi limitando la squadra, soprattutto senza mai coinvolgere i lunghi.

Oltre al caso Jefferson: «Non può rimanere un giro indietro, non lo possiamo più aspettare». Così nelle ultime gare diventa decisivo l’apporto dei vari Cinciarini, Bertans, Micov e Pascolo, fondamentale per rimanere a galla, ma troppo poco per pensare di competere ad altissimo livello: «Quello che si è visto - continua a dire l’allenatore milanese - è che chi non riesce ad allenarsi perde condizione e soffre. Chi ha recuperato lavorando ora sta bene come Bertans, Cinciarini e anche Pascolo. Non me la sento di tirare la croce addosso a chi prova a esserci per generosità, però dobbiamo imparare a fare qualcosa di diverso quando siamo in difficoltà e farlo anche con umiltà». È capitan Cinciarini l’uomo del momento per il carattere e la grinta con la quale sta provando a dare una scossa alla squadra: «Siamo sempre li, lottiamo, ma rimaniamo a un passo senza riuscire a vincere».

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