Case Aler occupate, lentezza e fondi all’osso: così le abitazioni sfitte finiscono agli abusivi

Il commissario Aler: di più non possiamo fare. "Quando una casa viene rilasciata occorrono almeno 15mila euro per sistermarla prima di riconsegnarla. I soldi mancano, troppi morosi" di Giambattista Anastasio

Uno sgombero sotto gli occhi dei vigili urbani

Uno sgombero sotto gli occhi dei vigili urbani

Oltre 4mila alloggi popolari stabilmente occupati, 4.084 per l’esattezza, su un totale di 40mila. Dall’inizio dell’anno ad oggi i tentativi di occupazione sono stati 1.300 e due su tre vanno regolarmente a segno. Solo un blitz viene sventato prima del tempo, prima che la situazione incancrenisca. Sono solo alcuni dei numeri di quella che a Milano è ormai una vera e propria emergenza sociale. Dal quartiere di San Siro fino ai palazzi popolari a ridosso dei Navigli, non c’è caseggiato che non possa vantare il suo buon numero di inquilini irregolari, con i problemi di convivenza che ne derivano con le famiglie che invece hanno ricevuto la casa dopo aver pazientemente scalato le graduatorie. Problemi di sicurezza, di ordine pubblico ma non solo. A degradare è la condizione dei palazzi e del patrimonio pubblico, complice anche l’alto tasso di morosità che si registra negli appartamenti Aler: un inquilino su tre non paga l’affitto né l’anticipo delle spese per servizi quali il riscaldamento. E ogni anno la morosità fa mancare nelle casse dell’Azienda lombarda dell’edilizia residenziale qualcosa come 65 milioni di euro.

Milano, 3 novembre 2014 - Gian Valerio Lombardi, commissario di Aler Milano, solo nel capoluogo lombardo si contano ormai 4.084 alloggi stabilmente occupati, oltre il 10% del totale, e viene sventato per tempo solo il 30% dei tentativi di occupazione: che intende fare per combattere un fenomeno ormai dilagante nelle periferie? «Noi abbiamo già fatto molto per quelle che sono le nostre possibilità, ma, pur avvertendo una certa responsabilità, spetta alle forze dell’ordine allontanare gli occupanti abusivi, non ad Aler, che è solo la proprietarie degli alloggi». Mettiamola così: a Milano ci sono 5mila appartamenti popolari sfitti, che sta facendo Aler per accelerare le procedure di assegnazione, visto che sono proprio questi ad attrarre gli occupanti abusivi? «Quando un appartamento diventa sfitto, ha quasi sempre bisogno di lavori di ristrutturazione prima che possa essere riassegnato. Questi interventi costano in media 15mila euro ma in questo momento la prima difficoltà è trovare risorse. Aler non ha soldi perché un terzo dei nostri inquilini non paga l’affitto. Ogni anno registriamo in media 65 milioni di euro di affitti e spese non pagate su un bilancio di circa 180 milioni. Io sono arrivato da poco più di 12 mesi, ma questa situazione si trascina da almeno 15 anni, c’è un debito e una carenza di fondi cronica che limitale nostre possibilità d’intervento».

Dobbiamo concluderne che non ci sono vie di uscita, quindi? «Noi stiamo provando ad agire su più fronti. Con la Regione stiamo lavorando perché gli alloggi sfitti possano essere assegnati allo stato di fatto e i lavori di ristrutturazione siano sostenuti da chi vi subentra con la garanzia che la somma sarà detratta dall’affitto...».

Il Comune di Milano ha già avviato questa sperimentazione... «I Comuni possono, Aler invece no: è questo che va cambiato. Ho quindi chiesto al governatore Roberto Maroni di mo le leggi regionali e di consentire ad Aler di assegnare almeno una parte degli alloggi allo stato in cui si trovano nel momento in cui diventano sfitti». 

E il presidente Maroni che le ha risposto? «La risposta è stata positiva, ci stiamo lavorando».

Quali altre strategie avete messo a punto per riuscire a risanare le casse di Aler, a fare interventi tempestivi negli alloggi e a poterli poi assegnare con altrettanta celerità? «Abbiamo un piano di vendita che riguarda circa 6700 immobili non strategici. Non si tratta solo di alloggi, ci sono anche locali commerciali. Le aste partiranno già a dicembre. Saranno piccole tranche, metteremo in vendita 50 alloggi per volta. Poi c’è il contrasto alla morosità: un’idea è quella di cedere ad una società di riscossione una parte dei crediti vantati da Aler».

Quale vantaggio ne deriverebbe? «La società liquidirebbe subito ad Aler una parte degli arretrati tenendosi per sé, della restante parte, quello che riesce a recuperare dagli inquilini. Al momento, però, questa è solo un’ipotesi». giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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