Milano capitale della musica. "I locali? Meglio oggi. Ma meno tasse a chi suona dal vivo"

Parla Caprini (Rock Targato Italia): lanciai Elio e le Storie Tese

Francesco Caprini insieme al leader di Elio e le Storie Tese

Francesco Caprini insieme al leader di Elio e le Storie Tese

Milano, 24 luglio 2016 - Frequenta i locali milanesi da quarant’anni, ha lanciato Elio e le Storie Tese nei primi anni Ottanta, ha fondato il più importante rock contest nazionale, "Rock Targato Italia". Con Francesco Caprini ("la mia età? Sono del 1949 come Bruce Springsteen") facciamo il punto della situazione sulla Milano della musica. Meglio negli anni Settanta e Ottanta o meglio adesso? La risposta di Caprini è per certi versi sorprendente: "Meglio oggi, anche se alcune volte i proprietari dei locali sono conformisti e non aiutano i giovani artisti a emergere".

Caprini, ripartiamo dall’inizio. Quando e dove ha iniziato a lavorare nel mondo della musica?

"Ho iniziato nel 1977 con la gestione del Teatro Uomo di via Gulli. Facevo suonare gruppi emergenti. Lì si sono esibiti Franco Battiato, Finardi e gli Area, ma anche grandi artisti jazz come Chet Baker. Negli anni Ottanta, invece, sono stato il direttore artistico del Magia Music Meeting di via Salutati. Era il primo locale a Milano che teneva aperto fino alle 3 di notte. Al Magia ha esordito un grande gruppo milanese".

Quale?

"Elio e le Storie Tese. Come i Beatles sono nati al Cavern Club, così Elio e le Storie erano di casa al Magia, dove avranno fatto 100 concerti. Le prime loro esibizioni risalgono al 1983-84. Il Magia era anche uno dei locali di riferimento a Milano di Vasco Rossi. In quegli anni ho conosciuto anche i Litfiba. Suonavano in piccoli locali, facevano 20 paganti. Il loro grande successo a Milano inizia nel 1987 con due concerti “sold out’’ al Prego che ho organizzato io. C’erano 2 mila spettatori. Un anno prima, nel 1986, avevo lanciato la prima edizione di Rock Targato Italia, che è giunto ormai alla 29esima edizione. Da noi sono passati Timoria, Marlene Kuntz, Le Vibrazioni, Subsonica, Negramaro, Litfiba, Ligabue...".

Il Ligabue degli esordi?

"Ligabue l’ho conosciuto quando lavorava come organizzatore di eventi per l’Arci di Reggio Emilia. Era un musicista curioso e “internazionale’’ già allora".

Altre sue iniziative?

"Ho organizzato il Capodanno celtico, un’iniziativa che è nata un po’ come una sfida con la Lega di Matteo Salvini che mi intervistava su Radio Padania. Ma con il Comune, dal 2002 al 2011, ho organizzato anche “Milano in Musica’’ prima in piazza Bramante e poi al Parco Ravizza, dove hanno suonato Alberto Fortis e Omar Pedrini dei Timoria. E gestisco una piccola etichetta discografica indipendente che si chiama Terzo Millennio e punta molto su Dan Cavalca e sull’album Cinematic".

Allora Caprini, meglio la Milano della musica degli anni Settanta e Ottanta o l’attuale?

"Adesso è meglio. Ci sono molti più locali dove suonare e un artista, da solo, grazie alla tecnologia e senza spendere soldi, può far conoscere la sua musica in tutto il mondo. La realtà hip hop è molto vivace in città, da Mondo Marcio a Fedez fino a Marracash, tutti artisti milanesi".

A Milano, però, alcuni storici locali hanno chiuso, dal Rolling Stone alle Scimmie.

"Vero, ma sono rimasti aperti e hanno aperto molti altri locali: Santeria, Ohibò, Magnolia, Legend... A Lambrate in molti locali fanno musica jazz. Allo Spirit de Milan in via Bovisasca ci sono serate swing con mille paganti. E da non molto ha aperto anche un grande locale come il Fabrique".

I locali servono ancora ai discografici per scovare i nuovi talenti?

"Oggi lo scouting si può fare anche attraverso i social network. Ma se un artista non passa dai social network ai locali, dove può suonare dal vivo, difficilmente riuscirà a raggiungere il successo. E per farlo ci vuole una rete di contatti e un’organizzazione".

Che consiglio darebbe al sindaco Giuseppe Sala per supportare di più i musicisti che vogliono suonare a Milano?

"Dare agevolazioni fiscali a quei locali che aprono in periferia e danno spazio ai musicisti. Ad esempio non far pagare il plateatico per le esibizioni dal vivo. Si tratta anche di 300 euro di sconto a serata. Mica poco. Ricordiamoci che artisti come Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci hanno iniziato a suonare nei locali e nelle trattorie di periferia. Il bar del Giambellino non è solo una leggenda".

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