Museo delle ossa, lavori al Musocco Il Comune stanzia 3 milioni di euro

L’antropologa forense Cattaneo: «Così tuteleremo i diritti umani». Il museo scientifico «avrà tre anime. Una umanitaria con le storie di vittime di sopraffazione, una «criminalistica», con una «scena del crimine in cui il visitatore viene accompagnato» e infine una «storica, per raccontare come nel passato accadevano queste violenze»

Studiosi analizzano delle ossa

Studiosi analizzano delle ossa

Milano, 10 novembre 2015 - Qualcuno l’ha già ribattezzato il Museo delle ossa. Ma sarà molto di più. Sarà un «polo della scienza per i diritti umani» con particolare attenzione nei confronti degli immigrati. Sarà pronto entro due anni e sorgerà all’interno delle strutture attualmente dismesse nella Porta nord dell’ingresso del Cimitero Maggiore, non troppo distante dall’area Expo. Questo polo avrà un centro di ricerca sui resti umani, un museo sulle violenze e sopraffazioni nella storia, sulle scene del crimine e sulle scienze che aiutano la giustizia. A coordinare la nascita del nuovo polo scientifico sarà il Labanof, Laboratorio di antropologia e odontologia forense guidato da Cristina Cattaneo, l’antropologa forense che eseguito l’autopsia sul corpo di Yara Gambirasio e si è assegnata come compito quello di dare un nome alle vittime delle stragi nel Mediterraneo.

Il progetto  è stato presentato ieri durante la seduta congiunta delle commissioni comunali Cultura e Servizi civici dalla stessa Cattaneo e dall’assessore al Commercio Franco D’Alfonso. Partita con un protocollo d’intesa fra Comune e l’Università degli Studi, che ospita il Labanof all’interno della sezione di Medicina Legale del dipartimento di Scienze biomediche, l’iniziativa è stata illustrata nei contenuti dalla Cattaneo, mentre il Comune sta procedendo con la ristrutturazione di due palazzine in via Jona che accoglieranno il polo scientifico e museale: un intervento da 2,8 milioni di euro a carico del Comune, con l’obiettivo di aprire la struttura «al massimo entro due anni».

«Al centro » del nuovo polo, ha spiegato Cattaneo, ci sarà «la scienza per i diritti umani», quella «utile a cogliere i segni di violenza e sopraffazione» e che si compone di «medicina, antropologia, biologia, scienze naturali». Al Cimitero Maggiore L'anatomopatologa Cristina Cattaneo sul campo di Chignolo d'Isola per il caso Yaranascerà il terzo centro al mondo dedicato alla ricerca sui resti umani, dopo quello dell’Icrc di Ginevra e lo Smithsonian di Washington, ma l’unico ad avere sede in un cimitero. «Milano – ha spiegato Cattaneo – è la città ideale per un centro che diffonderà l’importanza della scienza per i diritti umani, una città con picchi di eccellenza nella tutela dei minori, dei deboli, dei richiedenti asilo, nella lotta alla criminalità, nella tutela dei nomi dei morti, avendo la collezione più grossa del mondo di scheletri», oltre 2 mila, «che è uno strumento di ricerca fondamentale ed è oggetto di pellegrinaggio i studiosi da tutto il mondo. I resti scheletrici ci raccontano violenze, torture, maltrattamenti di bambini».

Il museo scientifico «avrà tre anime. Una umanitaria con le storie di vittime di sopraffazione che raccontano come la scienza ha aiutato a fare giustizia», una «criminalistica», con una «scena del crimine in cui il visitatore viene accompagnato a scoprire come le scienze» operano in questi casi e infine una «storica, per raccontare come nel passato accadevano queste violenze». Dunque «laboratori per grandi e piccoli» ma non «con effetto Csi (la serie televisiva americana, ndr), che racconta male come la scienza può essere al servizio dei diritti umani». Quanto alle strutture, «via Jona confina con Arexpo – ha spiegato D’Alfonso – e quindi il polo si può collegare con i progetti per il futuro dell’area Expo. Abbiamo gettato più che una base per il progetto».

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