Martedì 30 Aprile 2024

Multe da autovelox, i giudici di pace: «Sono illegittime perché in ritardo»

Bocciata la prassi del Comune. Già annullate le prime infrazioni sulla base della notifica arrivata oltre i 90 giorni dalla data dell'infrazione di Massimiliano Mingoia

Uno dei nuovi autovelox voluti dal Comune di Milano

Uno dei nuovi autovelox voluti dal Comune di Milano

Milano, 12 dicembre 2014 - Multe da autovelox, i giudici di pace bocciano l’interpretazione del Comune sulle notifiche oltre i 90 giorni dalla data in cui l’infrazione viene commessa. Dopo i pareri sfavorevoli del ministero dell’Interno e del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi sulla prassi adottata da Palazzo Marino («l’accertamento inizia da quando il vigile urbano verifica l’infrazione, non dalla foto scattata dall’autovelox», ha confermato mercoledì l’assessore alla Polizia locale Marco Granelli), scendono in campo i magistrati onorari. Il giudice di pace milanese Claudio Bacherini, vicepresidente per l’Italia settentrionale del Distretto della Corte d’Appello di Milano, sottolinea: «L’orientamento condiviso dai giudici di pace nel corso di una riunione che si è svolta a metà novembre considera infondata l’interpretazione data dal Comune di Milano sull’applicazione dell’articolo 201 del Codice della strada riguardo alla notificazione delle violazioni». In altre parole, in caso di ricorso contro le multe notificate oltre i 90 giorni canonicamente intesi, i giudici di pace sono orientati ad accogliere i ricorsi e ad annullare le multe.

Il rischio riguarda migliaia di infrazioni. Sì, perché dal marzo scorso, da quando cioè il Comune ha messo in funzione sette autovelox in altrettanti viali della città (via Parri, via Palmanova, Cavalcavia del Ghisallo e via Fermi con il limite di 70 chilometri all’ora e viale Famagosta, via dei Missaglia e via della Chiesa Rossa con il limite di 50 km/h), gli occhi elettronici municipali hanno già comminato oltre 700 mila infrazioni. Una parte di quelle multe è a rischio. Il giudice di pace Mario Piscitello ha già accolto una serie di ricorsi basati proprio sulla motivazione della notifica arrivata oltre i 90 giorni dalla data in cui è stata commessa l’infrazione. E un altro magistrato milanese onorario, Alberto Bargero, osserva: «Con multe notificate anche otto mesi dopo viene a mancare l’effetto dissuasivo che dovrebbe avere la sanzione». L’interpretazione comunale dell’articolo 201 del Codice della strada è bocciata anche dal giudice emerito Vito Dattolico, per anni coordinatore dei giudici di pace milanesi: «La notifica deve partire dal giorno in cui è stata commessa l’infrazione».

L’opposizione in Comune, intanto, preannuncia battaglia non solo politica, ma anche legale sulle notifiche oltre i 90 giorni. Il capogruppo della Lega Alessandro Morelli, colui che ha reso noto il parere critico del Viminale sulla prassi municipale per le notifiche, annuncia: «Con i nostri avvocati stiamo studiando un esposto alla Corte dei conti per danno erariale. Se il Comune perde i ricorsi contro le multe in ritardo, infatti, dovrà pagare i 46 euro di spese legali per ogni singola causa. Presenteremo anche un’interrogazione in Consiglio comunale sul caso delle sanzioni da autovelox». Anche il capogruppo di FI Pietro Tatarella va all’attacco: «Prepariamo un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale, la prassi del Comune è illegittima». [email protected]