Venerdì 19 Aprile 2024

Moschee, approvata la contestata legge sui nuovi luoghi di culto in Lombardia

Il centrodestra: "Non si tratta di ostacolare o meno la libertà religiosa, ma di porre delle regole certe, per la salvaguardia dei cittadini". Le opposizioni: "Lesa la libertà di culto"

Aree moschee

Aree moschee

Milano, 27 gennaio 2015 - E' stata approvata dal Consiglio Regionale la legge che regolamenta la costruzione di nuovi luoghi di culto in LombardiaIl testo che le scorse settimane era stato oggetto di rilievi critici da parte degli uffici legali del Pirellone e sul quale l'opposizione ha presentato ad inizio della discussione una pregiudiziale di costituzionalità bocciata dall'Aula, è stato parzialmente modificato con tre emendamenti frutto di un accordo all'interno della maggioranza e che ha portato anche Ncd, inizialmente più critico, a votare a favore della legge assieme al resto della coalizione.

Tra le disposizioni contenute nella nuova legge, ribattezzata dall'opposizione 'legge anti- moschee', il requisito di un'intesa con lo Stato italiano per la professione religiosa che intenda costruire un luogo di preghiera oppure, modifica introdotta con uno degli emendamenti per arginare il rischio di ricorsi, la possibilità in mancanza di un 'protocollo' con lo Stato - come nel caso dell'Islam - di procedere comunque ma con la certificazione di alcuni requisiti, come ad esempio quello di avere "statuti che esprimano carattere religioso delle loro finalità istituzionali e il rispetto dei valori della Costituzione".

IL CENTRODESTRA - Il centrodestra lombardo plaude all'approvazione della legge regionale che regolamenta la realizzazione di nuovi luoghi di culto. L'assessore lombardo al Territorio, Viviana Beccalossi (Fratelli d'Italia), ha spiegato che "questa legge non serve per mettere paletti, ma per introdurre maggiori controlli, secondo regole uniformi e condivise". Insomma la Regione non intende appropriarsi "dell'autonomia decisionale dei sindaci, ma impedire che una stessa norma venga interpretata in un modo a Milano e in senso diametralmente opposto in altre citta' della Lombardia". Da parte sua il relatore del testo, il bergamasco Roberto Anelli (Lega Nord), ha detto che con la legge approvata "in Consiglio Regionale e' stato compiuto un importante passo avanti per dire no alla proliferazione selvaggia, al di fuori di ogni regola, delle moschee". Secondo Anelli: "non si tratta di ostacolare o meno la liberta' religiosa, ma di porre delle regole certe, per la salvaguardia dei cittadini".

LE OPPOSIZIONI - Dure critiche, invece, sono arrivate dalle opposizioni. "Le nostre pregiudiziali hanno avuto il merito di costringere la maggioranza a una marcia indietro dell'ultimo minuto e di bloccare cosi' le ulteriori e peggiori nefandezze contenute nel testo", ha attaccato il consigliere del Patto civico Roberto Bruni. Tuttavia, aggiunge l'ex sindaco di Bergamo, "prevedendo regimi differenti per le confessioni che hanno sottoscritto l'intesa con lo Stato e per quelle che non l'hanno fatto, la legge opera comunque una discriminazione e rimane quindi incostituzionale". Per Bruni "questo provvedimento e' frutto dell'islamofobia della Lega e dei suoi alleati del centrodestra che, nel tentativo irresponsabile di impedire la realizzazione di moschee, rischiano di ostacolare chiunque intenda esercitare pubblicamente il proprio culto, compresi i cattolici, limitando nei fatti la liberta' di tutti". Sulla stessa linea l'intervento del consigliere del Pd, Jacopo Scandella. "Questa legge non risolve un solo problema", sottolinea Scandella, perche' "i musulmani continueranno a pregare per strada, negli scantinati o in centri culturali spesso fatiscenti e difficili da controllare, come hanno fatto fino ad ora". Verranno colpite, invece, "tutte le altre confessioni religiose, compresa quella cattolica, che dovranno sottostare agli aggravi burocratici introdotti con questa legge".