Due ragazzi morti giù da un palazzo ad Affori. La lettera choc di Pietro ad Alessandra

"Scrivo queste parole non per essere ricordato, soprattutto perché dopo questa sera i ricordi sarebbero tutti negativi"

Il condominio di via Novaro 16, dove Pietro Di Paola e Alessandra Pelizzi hanno perso la vita

Il condominio di via Novaro 16, dove Pietro Di Paola e Alessandra Pelizzi hanno perso la vita

Milano, 18 settembre 2014 - Gli inquirenti non hanno dubbi. Pietro Maxymilian Di Paola ha spinto la ex fidanzata Alessandra Pelizzi giù dal balcone dell'appartamento all'ottavo piano di un palazzo di via Novaro 16, zona Affori, a Milano. La procura ha deciso di non disporre nemmeno l’autopsia, perché gli spazi vuoti, quelli senza spiegazione che restano in questa storia non possono essere risolti con indagini di polizia.

A chiudere definitivamente il loro caso sono le due uniche testimonianze messe a verbale. Quelle della sorella di lui, Sofia e quella di Federico, l’amico che lunedì notte era sul balcone con Ale e Pietro pochi minuti prima che morissero, quello che poi è uscito per andare a prendere le sigarette, per "lasciarli soli a parlare". Otto righe lei, dodici lui di deposizione per spiegare che quando si sono accorti delle urla era troppo tardi. "Ho sentito un botto sordo contro la saracinesca, sembrava una cannonata. Quando sono scesa ho visto a terra mio fratello e la sua fidanzata".

QUESTA LA LETTERA INTEGRALE DI PIETRO IN CUI ANNUNCIA L'INTENZIONE DI UCCIDERSI

"Scrivo queste parole non per essere ricordato, soprattutto perché dopo questa sera i ricordi sarebbero tutti negativi credo... Purtroppo quel momento è giunto, come il sonno, lentamente e poi sempre più profondamente. Mi stupisce che dopo un po’ ci si abitua a tutto, a tutto tranne il dolore, che merita di essere vissuto, ma quando arriva a mangiarti vivo, tanto da rendere decisamente insapore qualsiasi esperienza... Tornando al motivo del perché scrivo, credo che sia una forma ‘atto di giustizia’ verso chi magari dopo penserà al perché del mio gesto... Quello che scriverò da qui in poi non ha nulla a che fare con i miei ultimi saluti ma invece servirà a spiegare (non accettare eh) quello che sto x (le ultime due parole le cancella, ndr) ho fatto...

Un odio così forte da essere felice di sacrificare la propria vita per far provare all’altro la vera tristezza... Non mi sono lanciato con lei subito ma anzi le ho prima fatto provare il terrore di perdere tutto amici, famiglia e futuro... Per questo, e qui mi ripeto, ho perso l’anima tempo fa e quando sono salito sul terrazzo ero solo un corpo ed un ammasso di rabbia, incredulità e puro spirito sadico. Ho sfogato 7 anni di dolore in 45 minuti di terrorismo psicologico... Perché pugnalarla? Per essere sicuro di non essere l’unico a rimanerci secco...Purtroppo con l’Alessandra ho finito a coinvolgere tutto me stesso: anima, cuore e corpo, ho specificato anima perché se si arrivano a fare certe cose, vuol dire che non la si ha più. L’amore totale e disarmante che provavo si è trasformato in affetto quando ci siamo lasciati per poi diventare risentimento nell’ultima settimana. Un odio così forte da essere felice di sacrificare la propria vita per far provare all’altro la vera tristezza...Se la reincontrassi dall’altra parte la odierei ancora? No, il mio sfogo è finito nel momento in cui ho saltato". 

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