Milano ricorda il giornalista Walter Tobagi, ucciso 35 anni fa da un commando terrorista

Presenti alla cerimonia l'assessore Franco D'Alfonso, la figlia Benedetta Tobagi, il presidente dell'associazione delle vittime del terrorismo Antonio Iosa e l'ex sindaco di Milano Carlo Tognoli

Il giornalista Walter Tobagi

Il giornalista Walter Tobagi

Milano, 28 maggio 2015 - A 35 anni dall'attentato, a Milano è stata commemorata la morte di  Walter Tobagi. La cerimonia si è svolta all'angolo tra via Solari e via Salaino con la deposizione di una corona sotto la lapide che ricorda il luogo in cui fu ucciso.  Presenti  l'assessore Franco D'Alfonso, la figlia Benedetta Tobagi, il presidente dell'associazione delle vittime del terrorismo Antonio Iosa e l'ex sindaco di Milano Carlo Tognoli. "Sento sulla mia pelle il dolore per la morte di Walter Tobagi, ucciso in modo barbaro", ha commentato Iosa, che durante gli 'anni di piombo' fu ferito alle gambe dalle Brigate Rosse. In quegli anni "i terroristi non uccidevano i democristiani mafiosi, i ladri o i farabutti", continua Iosa, "ma andavano a prendere i magistrati riformisti e le persone impegnate nel sociale. Hanno ucciso per odio e fanatismo politico, e questa è una cosa terribile che li ha portati all'isolamento".

Il 28 maggio 1980, il giornalista aveva 33 anni. Un gruppo di giovani, buona parte dei quali appartenenti a famiglie della Milano 'bene', gli sparò, poco lontano da casa, mentre a piedi raggiungeva l'auto per andare al 'Corriere della Sera', dove lavorava dal 1972. L'omicidio furivendicato dalla 'Brigata 28 marzo', nuova sigla del terrorismo di estrema sinistra. All'agguato parteciparono sei persone: Marco Barbone, Paolo Morandini, Mario Marano, Francesco Giordano, Daniele Laus e Manfredi De Stefano. In seguito si seppe che a sparare il colpo mortale era stato il leader del gruppo, Marco Barbone. Con Tobagi, scrisse Leo Valiani in "si voleva colpire un difensore, coraggioso, tenace e nobile, della democrazia, un militante del movimento socialista, democratico dei lavoratori italiani, un militante che, per di più, si occupava seriamente dei problemi in questione, senza illudersi di poterli sublimare con la retorica".

 

 

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