Soccorso alpino, chi sbaglia paga: il governo dice sì alla legge lombarda

Il responsabile Guastalli: un monito contro le richieste di aiuto ingiustificate

Operazione di soccorso in montagna

Operazione di soccorso in montagna

Milano, 9 maggio 2015 - Imprudenze in montagna, il Consiglio dei ministri di ieri non ha impugnato la legge approvata dal Consiglio regionale che fissa sanzioni e compartecipazione alle spese per i soccorsi inutili. Toccherà alla Giunta regionale in un arco fra i 60 e i 90 giorni, stabilire le compartecipazioni, poi il testo passerà alla commissione Sanità di palazzo Lombardia per eventuali osservazioni.

Nessuno spirito punitivo o necessità di fare cassa, dicono in Regione, ma l’intento di attivare una diversa cultura della montagna, più rispettosa e responsabile. Gli addetti ai lavori sono in attesa di notizie: Elio Guastalli, responsabile di Sicuri in montagna del Soccorso alpino spiega: "Soccorso alpino e Cai non sono di principio contrari a questa legge perché potenzialmente può ridurre gli abusi, di fatto è una necessità sia economica sia culturale. Se si vuole prendere la legge come un monito è da considerare positiva, diversamente rimangono aperti altri ambiti di riflessione più critici.Chi va in montagna deve essere preparato, responsabile e attrezzato non perché lo stabilisce una legge ma perché è buon senso e in questo la norma è positiva".

Ci sono però ambiti in cui ci sono perplessità e Guastalli sottolinea: "Tante persone tornano a casa sane e salve perché chiamano anche quando non hanno nulla ma sono in difficoltà. Difficile poter stabilire che cosa sarebbe accaduto se non avessero chiamato per timore di dover pagare un recupero in elicottero. Insomma c’è da riflettere. Certola componente sanitaria sarà determinante, bisogna capire la valutazione del rischio".

Per il presidente del Soccorso alpino Danilo Barbisotti la questione è delicata: "Ogni intervento è complesso, un caso a sé in alcune circostanze è abbastanza chiaro se si tratta di chiamate ingiustificate o no. Il Cnsas è un’associazione di tecnici volontari, selezionati, formati secondo criteri molto rigorosi. Continueremo a svolgere gli interventi come è sempre avvenuto. La compartecipazione alle spese dovrebbe essere tale da non inibire la richiesta di soccorso in caso di reale necessità. I soldi andranno al Servizio sanitario regionale. Non spetterà quindi a noi decidere se il ticket sia dovuto o meno ma riferiremo sulla dinamica dell’incidente e urgenza".

 

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