Torna il canto libero di Battisti: il tribunale dà ragione a Mogol

I giudici di Milano respingono però il risarcimento da 6 milioni

Mogol

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Milano, 25 luglio 2016 - Non c'è tregua tra Grazia Letizia Veronese, vedova di Lucio Battisti, e Mogol. La sezione del Tribunale di Milano specializzata in materia d’impresa ha dato ragione all’autore e ha dichiarato inadempiente nei suoi confronti la Edizioni Musicali Acqua Azzurra s.r.l., di cui la vedova del cantante è amministratore unico, per quanto riguarda «i contratti di edizione». Per questo la società che gestisce i diritti sul repertorio di Battisti e Mogol è stata condannata a risarcire Mogol, assistito dall’avvocato Maria Grazia Maxia, presidente della Federazione Autori e consigliere di sorveglianza della Siae, con 2,6 milioni di euro. I giudici hanno anche dichiarato illegittimo «l’ostracismo» esercitato dalla vedova di Battisti nei confronti di «qualsiasi utilizzo, promozione o celebrazione di brani del marito».

Il collegio presieduto da Anna Maria Tavassi ha anche condannato la società a pagare le spese legali. Respinta, invece, la richiesta di Mogol di un risarcimento di 6 milioni di euro da parte di Velezia, nome d’arte della Veronese. La sentenza, immediatamente esecutiva, è stata emessa a maggio ma le motivazioni sono state depositate sabato. E così, grazie alla decisione dei giudici milanesi i brani del duo Battisti-Mogol potranno finalmente essere incisi da altri artisti, utilizzati per film e pubblicità e diffusi online. Finora i familiari dell’artista avevano bloccato ogni iniziativa. E anche adesso sono pronti a dare battaglia, in appello. L’ultimo grosso scontro risale al novembre 2011, quando la Edizioni Musicali Acqua Azzurra aveva vinto una causa contro la Sony, portata in tribunale per aver pubblicato due raccolte inserendo, nei libretti dei cd, i testi dei brani senza chiedere l’autorizzazione agli eredi. Questo, però, non è stato l’unico ‘niet’.

La vedova e il figlio del cantante avevano vietato un concerto organizzato dalla Provincia di Roma nel 2007 «dove avrebbero dovuto esibirsi molti italiani interpretando le più famose opere del repertorio Mogol-Battisti, con la minaccia di azioni legali» e si erano opposti anche all’uso delle canzoni come colonna sonora di spot e film. Tra i divieti, anche quello di eseguire brani di Battisti al Festival di Castrocaro, il tentativo impedire che al Festival di Sanremo 2012 fosse celebrato il cantante attraverso i suoi successi. Bloccata anche la diffusione su iTunes e sulle altre piattaforme digitali. Un altro episodio aveva segnato lo scontro tra Mogol e Velezia, i cui rapporti, si dice, erano già tesi fin dalla fine degli anni Settanta, quando si consumò il ‘divorzio artistico’ tra Battisti e l’autore. Quando nel 2014 era uscita una raccolta di pezzi reincisi in versione moderna con la partecipazione degli allievi del Cet (la scuola di musica presieduta da Mogol in Umbria), la Veronese aveva messo il veto, ma Mogol aveva comunque diffuso i brani su iTunes, «perché a Lucio il progetto sarebbe piaciuto».

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