Spazi creativi, locali e ristoranti. Quando a Milano tutto fa moda

Da via Tortona a Porta Nuova, una iniezione di vitalità di An.Gi.

Settimana della moda in via Tortona

Settimana della moda in via Tortona

Milano, 27 settembre 2015 - Una giornata nella Cinecittà della moda. Via Tortona, via Forcella, via Bergognone, via Stendhal. Non solo design. Zona Tortona riparte dalla moda, ricordando i dorati anni Ottanta, con il fashion district, per metà permanente e per metà temporary. Oggi, domenica, gran viavai. Perché accanto al White, il salone della ricerca che ormai per Milano è una certezza, un successo consolidato, frutto eterogeneo di sperimentazione ed eccellenze hand made, c’è tutto un quartiere che esplode in occasione della fashion week. Spazi creativi, ristoranti, musei che viaggiano tra il design e la cultura in senso stretto e tanto street food. Una fetta di mondo racchiusa in un quartiere di cinque lunghe vie, che diventa quasi un non luogo, perché siamo a Milano, ma potremmo essere in un qualsiasi quartiere di una città cosmopolita. C’è il «Superstudio Più», grande hub che ha dato il via alla trasformazione di una zona post industriale in dismissione, nel quartiere più creativo. Casa di design, con il Fuori Salone e cittadella della moda ora. C’è la fondazione Gianfranco Ferrè e poi lo spazio multifunzionale dello stilista Antonio Marras. Oltre ad abiti e accessori ci sono libri selezionati da Corraini, oggetti, fiori e opere d’arte. Varcato il cortile, si ha l’impressione di entrare in uno spazio sospeso. Muri scrostati, mobili vecchia maniera e ceramiche raffinate. Un po’ di cultura e di arte al museo Mudec, nell’area dell’ ex Ansaldo, al civico 56. Cultura e food, con il ristorante annesso. Per tornare al fashion, in via Bergognone si può visitare l’Armani Silos, il contenitore che ospita i 40 anni della moda di Re Giorgio. Ma è soprattutto la moda che si respira sulla strada, l’attrazione principale di un giorno in via Tortona. Perché fino a lunedì White, gli spazi degli stilisti e il Superstudio sono luoghi di creativi e modaioli, tendenze e novità. Il «Bistrot delle donne» un bar per una pausa caffè che mescola abiti e scarpe. Ci si può accomodare alla Drogheria, che ha ancora l’insegna della vendita di latte, uova e latticini, nel rispetto della lunga tradizione del quartiere popolare, ma che dentro ha occhiali e accessori che parlano solo di futuro.

Altra zona, altro stile, un glamour più istituzionale. Porta Nuova con il «seme», il pavilion del «contadino» Michele De Lucchi in piazza Gae Aulenti.  Fino a domani in mostra le creazioni dagli stilisti più giovani, quelli scelti dalla Camera nazionale della moda.

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