Martedì 16 Aprile 2024

Ecco Milano Noir, i delitti del secolo in mostra

Una galleria di dieci tavole dallo stile "post-pop" e fumettistico racconta i delitti misteriosi avvenuti a Milano nel Novecento. Una galleria di "storia sociale" attraverso il lato nero della città di Daniele Monaco

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I quadri esposti nello spazio "SeiCentro" sono stati realizzati da Massimo Costantini e LaEle (Elena Cesana).

Milano, 11 gennaio 2015 - Un percorso nella storia nera di Milano attraverso dieci quadri che illustrano i fatti di sangue più cruenti e misteriosi del Novecento. Dal delitto della Rosetta di piazza Vetra (1914), all’omicidio Gucci (1997), dalla banda Cavallero (1967), alla belva di via San Gregorio (1946): raccontare il cambiamento della città, illuminando il suo lato più oscuro, è lo scopo di “Milano Noir. Conoscere per capire”. Questo il nome della mostra del Comune inaugurata l’altro giorno nello spazio civico “SeiCentro” in via Savona 99, dove resterà fino al 20 gennaio. Le tavole, simili a copertine di libri gialli, sono dipinte in acrilico su pannelli forex a quattro mani dall’ideatore Massimo Costantini, art-director e pittore, e dalla fumettista Elena Cesana.

La narrazione per segni, con uno stile definito “post-pop”, è supportata dai testi didascalici vergati dalla scrittrice-tassista Sofia Corben. Si parte dal 1903 con “Il cadavere nella valigia”, il delitto di via Modestino, ai tempi via Macello. Nomen-omen. Il ragioniere Alberto Olivo non tollera che la mogliettina Ernestina Beccaro, ventenne analfabeta, voglia farsi un’istruzione e rendersi indipendente. E allora la fa a pezzi, gettando parte del corpo nel gabinetto e l’altra, chiusa in una valigia dall’anomalo colore rosso, nelle tenebre della notte sul mare blu di Genova.

«Queste storie oscure rispecchiano l’evolversi delle dinamiche sociali, economiche e giuridiche dell’Italia – spiega Corben -. Basti pensare alla condizione della donna. Olivo se la cavò con 12 giorni di galera e 125 lire di multa. L’uxoricidio, peraltro, fu considerato delitto d’onore fino al 1981». E così, quando nel 1925 Ester Ghezzi fu crivellata di colpi in piazza Scala, non vi fu nessuna pubblica riprovazione per il marito Virgilio (assolto) quando si seppe che in una lettera la donna scrisse: «Mi sono sposata per ripicca». Ci sono i rutilanti e dissoluti anni Ottanta in “Proposta indecente”. La modella americana Terry Broome spara al playboy Francesco D’Alessio, in un appartamento riccamente arredato di corso Magenta. Tutto il contrario di via Doria, dove nel 1945 una ragazza viene trovata con il cadavere della madre mummuficato da 18 mesi in un baule.

Il faccione sghignazzante di Pietro Cavallero, reinterpretato da Gian Maria Volonté nel film “Banditi a Milano”, viene ben ripreso da Costantini. E poi, c’è la triste epopea della Rosetta di piazza Vetra, prostituta uccisa nel 1914 da un gendarme innamorato, portata a spalla dal popolo della Ligera. Una storia corale che divenne canzone della mala, nota ai Gufi di Nanni Svampa. Tutto il contrario di Maurizio Gucci, corpo rosso senza contesto, illuminato da un ipotetico faro giallo nella sua morte solitaria. Ci sono anche i giovani, con i casi di Simonetta Ferrari avvenuto in Cattolica e quello del tossicodipendente Gaspare Zinnanti, che liberava le anime delle vittime a martellate.

«Milano noir assolve a un compito importante: recuperare la memoria anche geografica della città per capire il passato e costruire il futuro di Milano – ha spiegato l’assessore Fillippo Del Corno, presente al vernissage -. Non c’è nessuna concessione alla brutalità, perché viene messo in luce il punto di vista delle vittime: persone deboli, innocenti e inconsapevoli».

Milano Noir, spazio "SeiCentro" via Savona 99. Ingresso libero Orari: da lunedì a venerdì 9:30-12:30 / 14:00-18:00. sabato 17 gennaio dalle 15:30 alle 18:30. Domenica chiuso.

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