Milan, poker Ringhio nella roulette Europa

Continua la serie positiva del Diavolo grazie alla doppietta di Cutrone e ai gol di Biglia e Borini

Fabio Borini 6,5

Fabio Borini 6,5

Milano, 11 febbraio 2017 - La (rin)corsa Champions continua. Il Milan dilaga a casa della Spal (4-0) e mette così tutta la pressione del mondo su Inter e Roma, chiamate oggi a rispondere con i tre punti ad ogni costo. Gattuso vuole continuare a viaggiare a fari spenti (“Non deve essere la classifica a determinare la nostra convizione e la nostra forza, senza voglia e senso di appartenenza non sarebbero arrivati questi risultati”) ma il rombo del motore rossonero è ormai nelle orecchie di chi sta davanti e prender loro di sorpresa non è più possibile dopo una striscia di 13 punti in 5 gare. Una sorpresa non è più Patrick Cutrone: il suo “veleno” e il suo gol dopo appena 101’’ (rete più veloce tra i rossoneri dal 6 ottobre 2013, Muntari con la Juventus) replicato poi nella ripresa (prima doppietta) rendono tutto più facile. Gattuso d’altronde aveva chiesto l’ausilio di un po’ di fortuna: il palo esterno di Viviani e i rimpalli che premiano a due passi dalla porta l’indemoniato centravanti sono segnali chiari.  Anche un evento di per sé negativo come un infortunio (quello di Kalinic, attaccante titolare designato) si trasforma in una benedizione: perché il senso del gol di Cutrone non è insito né nel croato (a Cagliari ha sbagliato di peggio) né del latitante André Silva. Cutrone cerca in maniera maniacale il gol e il gol sembra cercare in maniera maniacale Cutrone in un corteggiamento continuo e reciproco.

I dati sono incontrovertibili: Cutrone segna ogni 156’, Kalinic ogni 324’, Silva non è nemmeno in classifica. Gattuso lo consiglia come un padre e stravede per lui: “Cutrone deve crescere, per l’età che ha può anche migliorare e giocare più pulito, a volte perde troppe palle in uscita, quando stoppa si fa anticipare dal difensore, deve imparare a far respirare la squadra. Noi vogliamo giocare col nostro attaccante, lui deve migliorare su questo, perché il resto già ce l’ha. È nato con il veleno in area di rigore e morirà con questo dono: vive per il gol, he ha già fatti 12 ma a livello tecnico non ha poca qualità. È titolare perché lo dice il lavoro che svolge durante la settimana, è lì che si costruiscono le vittorie”. Gattuso lo paragona “a Massaro e Inzaghi”, ricordando però che “si chiama Cutrone”, “ha caratteristiche ben precise” e augurandosi che possa diventare “per tantissimi anni un protagonista del nostro campionato”. Il paragone con Inzaghi (cui somiglia anche nel modo scomposto ma energetico di esultare) lusinga Cutrone: “È troppo presto, è stato uno dei più grandi. Ma sono contento che si parli di me in certi toni, l’ho sempre seguito da bambino ma ora mi piace Belotti. Dedico il primo gol a Conti che mi aveva predetto la doppietta, il secondo a tutta la squadra che condivide i meriti dei miei gol”. La (rin)corsa Champions continua.

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