Milan, ora pagano anche i piccoli azionisti

I soci di minoranza sottoscrivono l’aumento di capitale: non era mai accaduto al club rossonero

Marco Fassone (LaPresse)

Marco Fassone (LaPresse)

Milano, 13 novembre 2017 - L'analisi del bilancio semestrale del Milan al 30 giugno 2017 (che sarà approvato questa mattina dall’assemblea dei soci) non rileva alcuna criticità economica ma ammette una novità assoluta: al momento dei versamenti per l’aumento di capitale (Yonghong Li ha ricapitalizzato in tre tranche 27 milioni sui 60 pattuiti con il Cda) i piccoli azionisti - che complessivamente detengono lo 0.03% del club - hanno sottoscritto quote e versato denaro nel Milan. È la prima volta in assoluto, una piccola curiosità: non era mai successo infatti quando Silvio Berlusconi (in 31 anni il Cavaliere ha versato circa 900 milioni) era proprietario del club mentre era successo una sola volta all’Inter durante il crepuscolo dell’era Moratti (nel 2012, un centesimo da azione per non sparire dal libro soci). Cifre modeste, ovviamente, ma in un certo senso significative: 20.540 euro arrivati attraverso la vendita di nuove azioni al costo di 62 centesimi l’una, con un rapporto doppio tra le azioni già possedute e quelle emesse.

Diminuisce il giro d'affari. Una finezza all’interno di tanti dati e numeri. Il rosso di bilancio (32.6 milioni) conferma un lieve miglioramento del trend, visto che l’ultimo esercizio annuale, targato interamente Fininvest, aveva chiuso a -74.9 milioni: il Milan, abaco in mano, ogni mese perde 5.5 milioni di euro. Troppo per le tasche di Yonghong Li (la sua proprietà è responsabile solo di due mesi di questa semestrale) in relazione al debito di 303 milioni contratto con il fondo Elliott, tanto che Marco Fassone nelle scorse ore ha sottoscritto un contratto di 8 settimane per delegare al fondo inglese Bgb Weston la ricerca di un nuovo prestito quinquennale di circa 400 milioni di euro. Nel bilancio calano i ricavi, passati a 102,9 milioni di euro dai 127,6 milioni del primo semestre 2016; ma calano anche i costi, scesi a 129,7 milioni di euro dai precedenti 153,3 milioni. I conti sono destinati però a peggiorare nel 2017/18 in virtù della forte spesa sulla campagna acquisti e che dovrebbe essere messa a bilancio integralmente, anche per il piano presentato alla Uefa, nel prossimo esercizio. Indiscrezioni parlano di uno squilibrio stimato sui 100 milioni: per ridurlo serve la qualificazione alla Champions League oppure la cessione di un big (Donnarumma l’indiziato numero uno). Montella è avvisato.

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