Montella a rapporto: derby decisivo

Quasi due ore di colloquio con Fassone e Mirabelli: il tecnico chiede tempo, ma con l’Inter si gioca tutto

Marco Fassone e Vincenzo Montella

Marco Fassone e Vincenzo Montella

Milano, 3 ottobre 2017 - il "day after" rossonero è un insieme di dubbi, interrogativi, strategie, scenari. Dopo il secondo ko di fila (terza sconfitta su sette gare di campionato, quando si alza il coefficiente di difficoltà sono sempre guai per il Milan) la società non si rimangia la parola data ‘a caldo’ domenica sera («Massima fiducia a Montella»), ma giustamente vuol capire dall’allenatore come si procederà nelle prossime settimane e concordare con lui eventuali correttivi (si è ancora alla ricerca del nuovo preparatore atletico).

Questo è il senso dell’incontro a porte chiuse durato un’ora e quaranta minuti ieri a Casa Milan e che ha visto da una parte l’ad Marco Fassone e il ds Massimiliano Mirabelli e dall’altra il tecnico rossonero. Solitamente il punto della situazione il lunedì lo si fa a Milanello, ma siccome la squadra tornerà ad allenarsi giovedì, si è scelto il quartier generale rossonero per un confronto a carte scoperte. E mentre la dirigenza ha messo davanti numeri impietosi (240 milioni investiti sul mercato ed un punto in meno in classifica rispetto alla passata stagione), Montella ha chiesto solo tempo, per amalgamare al meglio vecchi e nuovi. Per ora viene accontentato. Nonostante le tante voci girate la settimana scorsa e diventate ancor più insistenti nella nottata di domenica, il tecnico resta al suo posto, per ora: la dirigenza gli ha ribadito la fiducia, almeno fino al derby del 15 ottobre. Dopo non si sa. Nessun ultimatum, ma sul fatto che la panchina sia ben salda qualche dubbio c’è viste le tante tensioni accumulate in campo e nello spogliatoio in questo primo scorcio d’autunno. Per questo motivo c’è la sensazione che la partitissima del 15 ottobre possa essere decisiva e in caso di nuova sconfitta il ribaltone diventi inevitabile.

Il totoallenatore, cominciato due minuti dopo il fischio finale a Marassi nove giorni fa, continua proponendo un nome nuovo ogni giorno: da Mazzarri e Paulo Sousa (disoccupati), si è passati prima ad Ancelotti (tentato pure dai milioni del Guanzhou e dello Shangai), poi a Gattuso (c’è chi ipotizza la promozione in prima squadra dopo che a Benito Carbone e Domenico Toscano sarebbe stata chiesta la disponibilità per allenare la ‘Primavera’ del Milan), quindi ad Antonio Conte (ancora sotto contratto col Chelsea anche se ai ferri corti con la dirigenza), fino alle ipotesi Fabio Capello e Marcello Lippi (lautamente stipendiati in Cina rispettivamente da Suning e dalla Federazione del Dragone). Insomma, anche se per Fassone e Mirabelli non sarebbe facile trovare un sostituto, l’Aeroplanino continua a vacillare. C'è però l’altro lato della medaglia da analizzare, perché la sconfitta controla Roma chiama in causa anche chi ha condotto il mercato estivo, considerato che contro i giallorossi erano in campo 9 nuovi acquisti su 11 titolari. Montella, per accontentare le richieste della dirigenza, ha tenuto in panchina Bonaventura e Suso, le uniche certezze della scorsa stagione con Deulofeu e in parte Pasalic Il fatto che il Milan abbia perso anche schierando i nuovi fa da scudo protettivo nei confronti del tecnico, che infatti è stato immediatamente difeso dal club. Ora però il tecnico deve fare in fretta, anche il tempo degli alibi sta per finire. 

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