Milan, Gattuso: "Con me si sgarra due volte, alla terza..."

L'allenatore del Milan ha parlato prima della gara con il Verona nel giorno in cui il club rossenero compie 118 anni

Gattuso

ESCLUSIVA MILAN Foto LaPresse - Spada 16 Dicembre 2017 - Centro Sportivo Milanello , Varese (Italia) - A.

Milano, 16 dicembre 2017 - Rino Gattuso regalerebbe volentieri una buona dose di serenità al Milan, che compie 118 anni di storia alla vigilia della trasferta sul campo ostico di Verona. "Auguro al Milan di riuscire a lavorare con grandissima tranquillità, che non si parli più dei problemi di Gigio Donnarumma e della Uefa, ma di una squadra che lotta per qualcosa di importante", è l'auspicio dell'ex mediano, che nelle prime due settimane da allenatore rossonero ha dovuto fare i conti con l'ennesimo caos legato al portiere e con le incertezze societarie evidenziate dalla bocciatura del Voluntary Agreement.

Con il rifinanziamento del debito ancora in bilico e le sanzioni della Uefa in arrivo in primavera con il Settlement Agreement, le questioni societarie saranno a lungo d'attualità. E si profila incerto l'epilogo della vicenda Donnarumma, con sullo sfondo le tensioni fra Mirabelli e Raiola, nonché fra la famiglia del portiere e l'agente, in attesa che il giocatore si esprima chiaramente sulle proprie ambizioni. Settimo allenatore rossonero dal 2014, Gattuso rischia di festeggiare i 40 anni il 9 gennaio con qualche capello bianco in più. "È un'esperienza molto, molto faticosa ma Fassone e Mirabelli sono fondamentali - racconta l'ex mediano -. Tante problematiche in questo momento le deve mettere a posto Fassone che è l'ad, Mirabelli ha i suoi problemi, ma io mi sento tranquillo, perché sento grande appoggio da queste due persone".

Gattuso ha spiegato anche com'è il Rino allenatore: "L'aspetto più impegnativo è preparare le partite contro colleghi molto più bravi e farsi intervistare dopo. Mi diverto come un bambino invece negli allenamenti. Si vede se uno ci mette veemenza o sta in campo a perdere tempo. Con me si sgarra una, due volte, alla terza non fatemi dire cosa faccio...".

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