Milan, extrema Lazio: Gattuso non può fallire

Il Diavolo ha l’ultima grande chance per riaprire i sogni Champions: Kalinic in dubbio, pronto Cutrone

Gattuso

Gattuso

Milano, 28 gennaio 2018 - Gattuso non gira mai attorno al punto: «Contro la Lazio dovremo essere squadra e servirà la partita perfetta». Il trend del passato è impietoso: contro le prime sei della classifica sono arrivate sei sconfitte. In panchina, è vero, c’era Montella ed è altrettanto vero che si trattava di un Milan in picchiata: ora con Gattuso la squadra sembra più determinata e l’unico scontro diretto giocato (con l’Inter in Coppa Italia) ha visto prevalere i rossoneri. Che il trend si stia invertendo? Ne è convinto Gattuso. Sembra più disteso del solito: «Io rilassato. Non so nemmeno cosa significhi. Ma mi fa stare tranquillo come me si allena la squadra». Con calma replica al fuoco amico: a Nesta che vorrebbe allenare il Milan tra 2 o 3 anni («allora ho tempo e se vuole tornare intanto per darci una mano...») e alle continue perplessità di Maldini sulla nuova proprietà («qui si lavora 24 ore al giorno, so cosa significa vedere il Milan settimo in classifica dopo essere stati abituati per 30 anni a una macchina perfetta»).

Attaccanti out. Amico di Gattuso è anche Inzaghi («Conosco meglio Filippo ma con Simone ho fatto il master a Coverciano ed è più bravo di me») ma non si attende alcuno sconto, né oggi in campionato, né mercoledì in Coppa Italia: «La Lazio abbina tecnica a forza, quando ribaltano l’azione fanno paura e danno l’impressione di non sudare nemmeno. Noi dobbiamo alzare la nostra asticella». L’assenza di Immobile (tripletta all’andata) non lo rasserena («c’è Nani, c’è il motorino Anderson») e in più si trova da gestire l’infortunio last minute di Kalinic (se non dovesse superare il provino stamattina giocherà Cutrone con un’altra bocciatura per Silva) in un attacco che segna già con il contagocce (27 reti, la Lazio è a quota 56): «I pochi gol non sono la mia priorità, lo è dimostrare di essere squadra. Continuando così, quel dato poi lo sistemeremo. Ma iniziamo a sfruttare il fattore campo». Un modo per chiamare i tifosi a raccolta a San Siro, argomento di interesse ad inizio febbraio di un incontro con Inter e Comune di Milano.

Memoria Milan. Alla conferenza stampa, nella giornata della memoria, erano presenti i famigliari di Ferdinando Valletti, giocatore del Milan per tre stagioni (dal 1941-42 al 43-44), deportato aMauthausen per aver diffuso un volantino pro sciopero all’Alfa Romeo e sopravvissuto alle atrocità dei lager anche grazie alle sue doti calcistiche. Giocò alcune partite sostituendo una SS ed ebbe in premio un lavoro da sguattero in cucina, che consentì a lui e ai suoi compagni dell’Alfa di sopravvivere. Un piccolo gesto per dimostrare grande sensibilità.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro