Milan, Gattuso psicologo punta sulla rabbia e s’appella ai tifosi

Cosa fare per rilanciarsi

Gennaro Gattuso

Gennaro Gattuso

ilano, 5 dicembre 2017 - Dopo l’incubo di Benevento, il day after rossonero è stato quello della riflessione. La squadra è lontanissima dalla zona Champions, in questo momento fuori anche dall’Europa League ma il problema non riguarda solo la classifica. L’ambiente è depresso, lo stesso Gattuso ha ammesso d’aver sbagliato qualcosa durante il faccia a faccia nello spogliatoio di ieri pomeriggio cui hanno partecipato giocatori, staff, magazzinieri, fisioterapisti, dottori e il ds Mirabelli. Rino sa di dover lavorare sulle gambe (più intensità negli allenamenti) ma pure sulla testa (il senso di appartenenza al club). «Non ho dormito per il dispiacere – ha ammesso a Milan Tv –, ma ho visto facce incazzate. Si può fare molto di più, però mi è piaciuto lo spirito. Ora è importante che i tifosi ci stiano vicino».

Uno dei problemi più seri di questo Milan è la condizione atletica del gruppo. Gattuso se n’è accorto sin dal primo allenamento e a Benevento la squadra è letteralmente scoppiata nella ripresa. «Non è un caso che i ragazzi abbiano avuto ritmi importanti per un’ora di gioco e poi siano calati nell’ultima parte. E’ vero, siamo rimasti in dieci, ma non riuscivamo più a tenere palla e ci siamo abbassati». Questo è il risultato di una preparazione fisica inadeguata, pagata soprattutto nel mese di novembre come succede ai club che partecipano ai preliminari di coppa. Senza dimenticare che per due mesi, dopo il licenziamento del preparatore Marra (fine settembre), i rossoneri non hanno avuto una figura specifica con cui lavorare. Tant’è che dopo quindici giornate di campionato il Milan è la penultima squadra delle 20 di serie A per chilometri percorsi in campo (105.499). Solo il Torino ha fatto peggio.

Cosa fare per rilanciarsi Gattuso psicologo punta sulla rabbia e s’appella ai tifosi Se fino a poche settimane fa poteva sembrare un’impressione, adesso è quasi una cetezza: molti dei problemi di questo Milan dipendono anche da discutibili o azzardate scelte di mercato. Perché i soldi sono stati spesi, forse anche troppi, ma dal punto di vista tecnica la risposta non ha ripagato le grandi attese estive. Non solo: da quando il ds Mirabelli ha sentenziato «questa squadra è stata costruita per giocare a tre in difesa», il modulo è stato cambiato e la media punti è precipitata. Solo un caso? E resta il mistero Andrè Silva: talento incompreso cui manca un po’ di cattiveria o bluff?

La settimana appena cominciata sarà importante anche a livello societario. L’8 dicembre il board dell’Uefa esaminerà la domanda del Milan circa il voluntary agreement. Ma da Nyon non filtrano indiscrezioni ottimistiche circa l’accoglimento della richiesta. E mentre l’ad Fassone sta cercando di definire la trattativa col fondo Highbridge per il rifinanziamento del debito Elliott, parallelamente l’azionista di maggioranza Yonghong Li (supportato da manager Fininvest) cerca nuovi soci. Si parla di «fondi internazionali» ma pure di ricchi arabi, forse gli stessi già ‘avvistati’ in passato.

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