Milan, Gattuso rifà la squadra come piace a Silvio Berlusconi

Domenica sera Ringhio torna alla difesa a 4 e punta sui ‘senatori’: Calha e Silva sempre più ai margini

Gennaro Gattuso

Gennaro Gattuso

Milano, 9 dicembre 2017 - Gattuso sconfessa tutti: se stesso, la dirigenza e Montella. Una sconfitta brutta - con la Lazio - aveva fatto virare il Milan del suo predecessore sulla difesa a tre, una sconfitta altrettanto brutta - con il Rijeka - fa fare una repentina inversione a U. Dieci giorni di lavoro lo hanno convinto: a quattro dietro il Milan, questo Milan che corre poco e si ritrova in testa e sul campo più dubbi che certezze, dà più solidità e il 4-3-3 del primo Montella dà più garanzie. Così il Milan un anno fa aveva trovato la quadra, l’ultimo trofeo e il ritorno in Europa: così, forse, ritroverà quanto perso. Un gesto di profonda umiltà e di grande personalità: lui per primo aveva dichiarato di volere seguire il solco di Montella («Giocheremo con la difesa a tre e un centrocampo a quattro, davanti poi vedremo»), lo stesso Mirabelli - con cui Gattuso ieri ha visto a Solbiate la partita della Primavera, vinta 2-1 sul Toro - a settembre aveva fatto pressioni per il cambio di modulo, forte del parere di alcuni giocatori e di Fassone. Ma Gattuso, chissà se consigliato dall’ex presidente Berlusconi, non vuole più fornire alibi a quegli stessi calciatori: qualcuno di loro infatti, nelle sedute di colloqui individuali, avrebbe giustificato il calo di rendimento scaricando le colpe sul modulo. Da domani nessuna scusa, un bel modo per mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità.

Chi sale e chi scende. Gattuso, per filosofia, non guarda in faccia nessuno: gioca chi sta bene e chi sa cosa vuol dire indossare la maglia del Milan. Per questo Montolivo - fino ad un mese fa ai margini - viene preferito a Biglia; per questo Abate è davanti a tutti gli altri terzini, aspettando Conti in primavera. Nelle mire di Gattuso sembrano essere finiti due dei nuovi acquisti: Calhanoglu e André Silva. Il turco - al momento ai box per un problema al polpaccio - non pare avere colpito il tecnico che lo considera un eterno senza ruolo: potrebbe partire già a gennaio, il Fenerbahce lo vorrebbe in prestito. Più grave è invece la delusione sentita (e non solo da Gattuso) nei confronti del centravanti, presentato a giugno come il craque del calcio portoghese - con tanto di paragoni con il cinque volte Pallone d’Oro Cristiano Ronaldo - e pagato 38 milioni più due di bonus. Gattuso nel dopo Rijeka lo ha letteralmente smontato («gioca da corpo estraneo») e ora Cutrone lo ha definitivamente scalzato nelle gerarchie come vice-Kalinic: a Silva il compito di farlo ricredere, con più grinta, fame e determinazione. Altrimenti a Mendes il compito di trovargli una sistemazione lontana da Milanello. La decisione della Uefa sul Voluntary Agreement - ieri si è riunito il Financial Body, settimana prossima la sentenza - potrebbe infatti non permettere al nuovo Milan di tenere rami secchi.

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