Caso Donnarumma, "Pressioni per farci rinnovare". L’accusa al Milan, pronto il Psg

Mino restituisce il colpo subìto in estate: Fassone si arrende

Gianluigi Donnarumma (Ansa)

Gianluigi Donnarumma (Ansa)

Milano, 13 dicembre 2017 - Alta, altissima tensione. Il rapporto a tre vertici tra Milan, Gianluigi Donnarumma e Mino Raiola è pronto a detonarsi nuovamente in un triangolo esplosivo. Dopo le fiamme estive per il rinnovo di contratto prima rifiutato dall’agente e poi firmato dal giocatore (spinto dalla famiglia, dopo il provvidenziale intervento di Montella che oggi però non è più al Milan), ecco un nuovo capitolo rovente, intitolato questa volta ‘la vendetta di Mino’. Raiola non ha mai digerito quell’accordo preso praticamente a sua insaputa, scavalcando il suo parere avverso (tanto che a curare i dettagli fu il cugino Enzo) e ora sta provando a mettere le basi per portare da subito il portiere al Paris Saint Germain (il Real pare essersi fiondato su Kepa dell’Athletic Bilbao): l’agente contesta quella firma (fino al 2021 a 6 milioni netti a stagione), ha fatto scrivere al proprio legale una missiva al club per sottolineare le «pressioni psicologiche» con la minaccia di «annullare il contratto» ai sensi dell’articolo 1435 del codice civile. Ma per il Milan Donnarumma non si svende («saranno valutate solo offerte clamorose», il messaggio che trapela) e continuerà ad essere coccolato come la scorsa estate quando gli fu permesso (non senza lo storcere del naso di Fassone) di volare ad Ibiza invece che sostenere l’esame di maturità. Chissà se terminerà l’iter scolastico la prossima estate visto che l’alibi del Mondiale in Russia, ahinoi, non esiste più...

Cosa succederà? Legalmente Raiola ha pochi appigli (al Milan un solo precedente, voluto dal club per vizio di volontà: fu annullato quello col belga Eric Gerets nel 1984, che non rivelò di essere sotto procedimento per illecito sportivo) ma questa è ovviamente una strategia per metter il Milan alle strette e agevolare una trattativa. Il suo patto con lo sceicco è chiaro: il portiere deve andare al Psg ad ogni costo, al prezzo della clausola o meno. Raiola - oltre che sulla già battuta situazione economica del club - vuole anche fare leva sullo spettro dell’improbabile ma possibile blocco del mercato per giugno dopo il Settlement Agreement di primavera. Fare paura al Milan per permettere una cessione immediata a gennaio e dirottare i rossoneri su Perin (già cercato in estate) come sostituto per non rischiare di trovarsi scoperti in estate. Alla base della pressione di Raiola le solite perplessità sulla solidità della proprietà e la volontà di muovere uno dei suoi top player - dopo aver portato nelle ultime due stagioni Pogba e Lukaku allo United - per incassare la propria mega-commissione. Quella che non ha percepito in estate da Fassone e Mirabelli. La guerra è solo all’inizio e il finale è tutto da scrivere. La cessione, forse già a gennaio, è lo scenario più plausibile ma in questa telenovela è inutile fare previsioni.

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