Milan-Bologna, Gattuso a San Siro chiede già tempo

n mese per vedere la squadra: «Spero che i tifosi ci aiutino». Ma ci sono due flop da dimenticare

Rino Gattuso

Rino Gattuso

Milano, 10 dicembre 2017 - Se le prime volte in A (Benevento) e in Europa (Rijeka) hanno portato solo dolori, Gattuso spera che la prima a San Siro porti solo gioie. Il Bologna gli evoca ricordi piacevoli: a settembre contro i felsinei è arrivata infatti la prima vittoria della sua seconda vita al Milan (in Primavera), chissà se stasera, alla terza vita e alla terza partita, si ripeterà lo stesso risultato. «L’emozione di tornare a San Siro durerà uno o due minuti, l’emozione più grande sarebbe quella di vincere: di riffa o di raffa conta solo quello. Dobbiamo andare alla ricerca del risultato a tutti i costi, con il coltello tra i denti. Perché non ho né tempo, né pazienza». Toni forti e martellate. Anzi, schiaffi. Quelli dai quali vuole vedere una reazione orgogliosa, invocando il sostegno del pubblico.

«Dai miei mi aspetto rabbia, voglia, conosciamo l’importanza della partita. Nel calcio ci stanno i momenti di difficoltà e gli episodi sfavorevoli, ma voglio vedere che non ci abbattiamo al primo schiaffo, che anzi reagiamo con veemenza e forza. Io ho giocato tantissimi anni a San Siro e non ho preso solo applausi, ho beccato più di un fischio. Abbiamo bisogno del nostro pubblico, spero che ci sia un ambiente caldo e non contestazioni alle prime difficoltà. Vorrei che lo stadio fosse dalla parte nostra perché i ragazzi ne hanno bisogno». Chiede un mese Gattuso, «per migliorare la gamba» necessaria per «giocare al suo calcio» e «per trovare tranquillità» qualora i risultati dovessero iniziare a sorridere. Il calendario non sembra impossibile ma il precedente Benevento deve insegnare a non prendere nessuno impegno sotto gamba. «Bisogna metterci una pezza, nascondere le problematiche e questo si fa tutti insieme, stringendo i denti e con la consapevolezza che si può solo migliorare». Il primo step è il cambio di modulo: confermato il passaggio al 4-3-3, «il segreto di Pulcinella». «Nella difesa a tre i meccanismi non sono perfetti, ci vuole tempo e qualcosa serve cambiarla per far esprimere al meglio i nostri giocatori». In primis Suso contro cui Donadoni sta preparando una gabbia.

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