Portello, la lettera del comitato a Berlusconi: "Silvio, mettiti nei nostri panni e rinuncia allo stadio"

Il comitato, costituito da alcuni residenti in zona Fiera per opporsi all’arrivo del nuovo stadio del Milan, ha inviato una lettera a Silvio Berlusconi per chiedergli di rinunciare al progetto tanto caro alla figlia Barbara di Giambattista Anastasio

Una manifestazione dei No Stadio

Una manifestazione dei No Stadio

Milano, 31 luglio 2015 - Adesso ai "No stadio" non resta più alcuna strada da percorrere. Adesso tutto è stato tentato. Il comitato costituito da alcuni residenti in zona Fiera per opporsi all’arrivo del nuovo stadio del Milan nell’area compresa tra viale Scarampo, viale Teodorico e via Gattamelata, ha inviato una lettera a Silvio Berlusconi per chiedergli di rinunciare al progetto tanto caro alla figlia Barbara. Già, una missiva a colui che del Milan ha voluto restare presidente e azionista di maggioranza nonostante le sirene thailandesi, ammiccanti di banconote.

Una missiva anche al Silvio Berlusconi che da, costruttore prima e da politico poi, alla qualità dell’abitare ha dimostrato, scrive il comitato, di tenere parecchio. Una missiva che fa seguito ad un esposto fresco di recapito alla procura della Repubblica e al Prefetto di Milano, firmato sempre dal comitato, contro Fondazione Fiera, l’ente che ha scelto di consegnare al Milan le chiavi dell’area del Portello. Senza contare, in ultimo, la denuncia al collegio dei revisori della stessa Fondazione rea, secondo i No Stadio, di non aver tenuto fede ai vincoli operativi inseriti nello statuto di largo Domdossola. Il tema sollevato dal comitato non cambia: lo stadio del Milan al Portello non ci sta proprio. Per un fatto di spazio. Meglio leggere, però.

«Egregio presidente del Milan, dottor Silvio Berlusconi, ci rivolgiamo a lei dopo mesi di angoscia trascorsi nella speranza che l’incubo paventato nei nostri quartieri, nella nostra città, sparisse, così come si era presentato». Questo l’incipit. «Sicuramente lei, con la sensibilità che in passato ha dimostrato nei confronti del bene primario dei cittadini che è la casa, togliendo per primo la tassa sulla prima abitazione nonché costruendo quartieri residenziali in periferia, comprenderà benissimo perché il progetto dello stadio è estremamente inviso a migliaia di residenti. Un nuovo stadio realizzato in uno spazio ristrettissimo peggiorerebbe per sempre le condizioni di vita e sicurezza della zona. Intorno al Portello c’è il quartiere Fiera che verrà arricchito da nuovi quartieri misti, residenziale e terziario, quali Citylife e Parco Vittoria e che non necessita certo di uno stadio per essere riqualificato». Da qui l’invito: «Provi a mettersi nei panni dei cittadini che hanno scelto di vivere in questi quartieri, hanno acquistato casa e magari stanno ancora pagando il mutuo».

«Secondo lei – domandano i residenti a Berlusconi – a chi farebbe piacere che si costruisca uno stadio a posteriori presso la propria abitazione perdendo per sempre il proprio sacrosanto diritto alla tranquillità e alla serenità del vivere?». Non peccano di franchezza, i No Stadio: «A tutti noi – scrivono – questo progetto appare come una prevaricazione di interessi privatistici ai danni dell’intera collettività e sinceramente facciamo molta fatica a credere agli aspetti positivi prospettati dalla sua società». A questo punto, ecco la richiesta: «Le chiediamo di porre fine all’incubo e di non precedere con la progettazione dello stadio ma di cercare con gli amministratori della nostra città un luogo sicuramente più adatto alla realizzazione di tale struttura (...), in una zona dove lo stadio possa essere portatore sano di riqualificazione». A ulteriore prova delle loro tesi, i No Stadio invitano Berlusconi «a percorrere il perimetro dell’area» insieme a loro e lo avvisano che, nel caso, sarà lui a dover offrire il caffè. Chissà se qualcuno tra il Silvio presidente del Milan, il Silvio politico, il Silvio (ex) costruttore e il Silvio papà di Barbara deciderà di rispondere.

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