La prima gioia di Inzaghi. Batte 3-1 la Lazio e fa sorridere Berlusconi - FOTO

Il presidente esulta in tribuna per la vittoria del Milan. Inzaghi scatenato in panchina: segnano Honda, Muntari e Menez di Francesca Cozzi

Gol di Keisuke Honda

Gol di Keisuke Honda

Milano, 31 agosto 2014 - L’esordio di Inzaghi sulla panchina del Milan è nel segno del Samurai, del Faraone e di Muntari. Il Diavolo vince a San Siro 3-1 sulla Lazio. Gol di Honda su assist di El Shaarawy (i due giocatori rinati sotto la guida di Pippo), rete di Muntari (in stile SuperPippo) a mettere il sigillo e rigore di Menez come ciliegina sulla torta. Per sognare in grande alla squadra rossonera serve ancora qualcosa (nessun centroavanti disponibile: Pazzini infortunato e Torres a far le visite mediche) e spesso si è notata troppa confusione nelle retrovie. C’è da lavorare, ma la base è buona. Il Milan si è mostrato più aggressivo, volenteroso ed umile. Si vede già che è il Milan di Inzaghi. Il bel gioco non serve per tornare in Europa, bisogna segnare e portare a casa i tre punti. E se per centrare l’obiettivo è necessario puntare sulle ripartenze in velocità, ben venga. Tutti corrono, nessuno si risparmia. Di prime donne, oggi a San Siro, non se ne sono viste. Si cerca anche di non buttare via il pallone in fase d’impostazione e davanti El Shaarawy è stato una spanna superiore a tutti (e corso fino alla fine con una marcia in più). L’addio di Balotelli sembra aver già portato i suoi frutti. Anche Honda ha ritrovato maggiore smalto. Muntari, poi, non è stato prezioso solo nel gol che ha chiuso la gara, ma anche in fase di recupero e copertura. Va ricordato però che la Lazio non è l’avversario più temibile del campionato e nel primo tempo non è stata praticamente mai pericolosa. Il Milan poi, deve imparare a gestire gara e vantaggio: nella seconda metà della ripresa si è mostrata troppo in affanno.

SAN SIRO IN TRIPUDIO – Tanta speranza circonda la squadra di quest’anno. Sugli spalti si sono sprecati gli applausi ad ogni affondo e ad ogni palla recuperata. A scandire il ritmo partita c’è il solito coro: “Pippo Inzaghi segna per noi”. Poi se è lui a chiedere maggior calore, la risposta è immediata. Pippo si gode la su prima vittoria su una panchina di Serie A, dopo essere stato in piedi, sbracciandosi e dando indicazioni per 90’, e spera di riportare allo stadio più tifosi possibili. È lui volente o nolente ad essere al centro della scena. E al gol di Sulley è corso in mezzo al campo ad abbracciare la squadra manco indossasse ancora scarpini e la maglia numero 9. Al triplice fischio è tripudio vero. Tutti i giocatori sotto la curva e i 36mila di San Siro sicuri di una grande stagione. LA CRONACA – Pronti via e il Milan mette in campo, fin dai primi minuti, determinazione e aggressività a centrocampo. La squadra rossonera corre e parecchio, sembra lontana cugina di quella vista la passata stagione. Al 5’ El Shaarawy affonda sulla fascia sinistra e si ritrova a tu per tu con Berisha, ma un fuorigioco dubbio gli nega la possibilità del tiro. Il gol però è nell’aria e al 7’ un contropiede fulminante porta in vantaggio i padroni di casa: il Faraone (in stato di grazia) accelera sulla sinistra e brucia De Vrij, poi con altruismo fornisce un assist con il contagiri a Honda, in arrivo dalle retrovie che deve solo colpire a botta sicura. Palla che passa sotto le gambe di Berisha e rete per il Milan. Al 20’ dopo un palleggio insistente rossonero, Menez cerca il passaggio in diagonale (troppo potente) e di un soffio non intercetta El Shaarawy. 3’ dopo primi brividi per la retroguardia che si salva in qualche modo senza chiamare in causa Diego Lopez. Bene Zapata poco dopo nel neutralizzare un’azione offensiva biancoceleste pericolosa. La partita si scalda, ma i cartellini scarseggiano (da ammonizione il fallo al 36’ di De Vrij sul Faraone). Nel secondo tempo al 56’ cross dalla destra di Abate che trova Muntari: 2-0 per il Milan. Al 64’ è terzo gol del Diavolo Menez atterrato in area, si procura il rigore e lo realizza. Al 67’ la Lazio accorcia le distanze: cross di Candreva per Djordjevic e Alex che devia in porta, autogol. Allo scadere (94’) rigore per la Lazio per fallo di Abate su Candreva, ma Diego Lopez para!

di Francesca Cozzi

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