Milan contro Juve, Inzaghi-Allegri alla resa dei conti

Dall’esclusione di Pippo dalla lista Uefa del 2011 alla lite del 2012 quando Max rischiava la panchina di Giulio Mola

Filippo Inzaghi (Lapresse)

Filippo Inzaghi (Lapresse)

Milano, 20 settembre 2014 - No, non chiamiamola “resa dei conti”. Sarebbe come riaccendere la miccia delle polemiche in un momento in cui non se ne vede il bisogno. Certo, entrando a San Siro e prima di guardarsi negli occhi Inzaghi e Allegri non potranno neppure pensare l’un dell’altro «c’eravamo tanto amati», ma c’è da credere che la stretta di mano immortalata ai flash dei fotografi sarà sincera. Molto più vera e più “sentita” rispetto a quella ripresa esattamente due anni fa dalle telecamere di Milan Channel (dopo una furiosa lite fra i due), perché così voleva la Proprietà. «Sono felice di ritrovare Allegri - dice oggi con tono sincero SuperPippo -. Le incomprensioni del passato? Sono state chiarite. Ora gli auguro il meglio nel futuro... Magari dopo la partita». Diplomazia, cortesia e un grande dribbling. In perfetto stile Milan. E anche da Torino l’avversario (si spera non più nemico) Allegri manda segnali amichevoli dietro i quali però si può leggere, a voler essere maliziosi, una stoccatina: «Io e Pippo abbiamo storie diverse. Lui è stato un grandissimo campione e da calciatore ha vinto tutto, le nostre carriere da calciatori non sono paragonabili. Da allenatore ho iniziato molto prima di lui dalle piccole squadre, e attraverso i risultati sono arrivato a Milan e Juve, mentre lui ha avuto la fortuna di allenare subito il Milan. Gli auguro fortuna da domenica, voglio vincere io a San Siro»

Di sicuro i toni del botta e risposta sono ben diversi rispetto alla stagione 2012-2013. Allegri allenava il Milan, SuperPippo aveva appeso le scarpe al chiodo perché ritenuto ormai un ex giocatore dal tecnico. Il quale, però, non se la passava bene. Già a settembre, dopo lo scialbo pareggio in Champions contro l’Anderlecht, Max era finito sulla “graticola”. Mercoledì 19 settembre il fattaccio al “Vismara” proprio mentre l’ombra del bomber (all’epoca sulla panchina degli Allievi) si allungava sulla testa di “acciuga”. Un confronto degenerato in una lite a margine dell’incontro tra i tecnici del settore giovanile rossonero. Tutta colpa di un mancato saluto di Inzaghi al suo ex allenatore. «Per me non esisti», più o meno la replica di Pippo alla richiesta di spiegazioni di Allegri («Non hai nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia, non sei un uomo»). Apriti cielo. Scambio di accuse, paroloni grossi, alla presenza di ragazzi e genitori. «Questo è l’allenatore che dovrebbe insegnarvi calcio e lealtà sportiva», la chiosa di Allegri. La società dapprima minimizzò, poi mandò i due “contendenti“ davanti alle telecamere della tv di famiglia per scambiarsi “gelidi” abbracci e strette di mano: «Solo un fraintendimento». Nessuno ci ha mai creduto. Però ormai fa parte del passato...

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