"Pirata" cerca bersagliere per restituirgli il biglietto della figlia

L’amore di una figlia, il cuore di due papà. Sì, due. Papà Pasquale, che quel biglietto se l’era affisso sulla parete della caserma nella quale lavorava, la caserma Mameli di viale Suzzani. E Andrea, «papà sovversivo» per sua definizione, che quel biglietto lo ha rinvenuto proprio all’interno della caserma di Giambattista Anastasio

RICORDO La lettera ritrovata nella caserma ex Mameli occupata

RICORDO La lettera ritrovata nella caserma ex Mameli occupata

Milano, 29 marzo 2015 - Sul lato sinistro del foglio tre persone stilizzate che si tengono per mano. E un grosso cuore rosso. Sul lato destro, un sole che splende di giallo e di arancione sormontato da una nuvola azzurra che non sembra proprio promettere pioggia. Nel mezzo il messaggio, ancora a pennarello: «Io e la mamma ti auguriamo un felice compleanno, tvtttb». Acronimo, quest’ultimo, che sta per: «Ti voglio tanto tanto tanto bene». Destinatario: papà Pasquale. Mittenti: Giulia e Paola. L’amore di una figlia, il cuore di due papà, due. Papà Pasquale, che quel biglietto se l’era affisso sulla parete della caserma nella quale lavorava, la caserma Mameli di viale Suzzani. E Andrea, «papà sovversivo» per sua definizione, che quel biglietto lo ha rinvenuto proprio all’interno della caserma e ha deciso di prenderlo con sé, fotografarlo e pubblicare la foto su Facebook nella speranza - esplicita ed esplicitata - che Pasquale o Giulia o Paola o altri per loro possano riconoscerlo, riappropiarsene e riporlo tra le pagine dell’album di famiglia: «All’interno della caserma ho recuperato questo, di un certo Pasquale... – si legge nel post indirizzato agli internauti –. Se qualcuno lo riconoscesse sappia che l’ho recuperato e sono eventualmente disponibile a spedirglielo. Si trovava in fondo alla caserma vicino alla chiesa». Quindi la firma: «Saluti da un papà sovversivo!». «C’è bisogno di dimostrare umanità anche con queste piccole cose», aggiunge il ragazzo.

Una storia nella storia. La caserma Mameli è da settimane al centro delle cronache cittadine. È la caserma cara al Terzo Reggimento Bersaglieri, l’unità più decorata d’Italia. Ma è dismessa da anni. Ne sono passati già 15 senza che per lo storico edificio si trovasse una nuova sorte, una seconda vita. Finché, storia dei giorni nostri, è stata occupata dal movimento antagonista dei Pirati. Tra le proteste. Gli stessi bersaglieri sul loro gruppo Facebook hanno condannato l’occupazione e si sono detti pronti a riprendersi la loro caserma. È proprio a loro, ai bersaglieri e al gruppo Facebook nel quale si ritrovano, che si è rivolto Andrea, sebbene stia, per certi versi, dall’altra parte della barricata. Il «papà sovversivo», infatti, segue i Pirati, vero. Ma con un obiettivo particolare, quello della sua macchina fotografica. È un fotografo e «da tempo» si è dato «alla fotografia umanistica e street». Per lui seguire i Pirati è, quindi, un’«opportunità di abbinare diversi tipi di fotografia». Senza mai perdere di vista l’obiettivo che sta dietro l’obiettivo.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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