Processo Maugeri, Formigoni: "Accuse illogiche, in Lombardia migliore sanità d'Italia"

"La mia azione, e quella dei miei collaboratori, ha costruito la migliore sanità d'Italia per qualità e costi in quanto abbiamo sempre chiuso con un pareggio di bilancio"

Roberto Formigoni

Roberto Formigoni

Milano, 31 maggio 2016 - Roberto Formigoni, tra gli imputati a Milano al processo sul caso Maugeri, ha commentato in una pausa dell'udienza di oggi dedicata alle arringhe della difesa, tra cui quella di uno dei suoi legali:  "Avrei dovuto avere capacità diaboliche oppure essere Messi+Ronaldo+Maradona+Pelè per fare quello di cui mi si accusa". 

"ACCUSE NON REGGONO" - L'ex governatore della Lombardia nel ribadire come le accuse mosse dai pm 'non reggono' ha ripetuto: "La mia azione, e quella dei miei collaboratori, ha costruito la migliore sanità d'Italia per qualità e costi in quanto abbiamo sempre chiuso con un pareggio di bilancio". Per l'attuale senatore di Ncd "ciò dimostra la totale illogicità delle accuse perchè la corruzione per definizione è spreco di risorse pubbliche". "Per fare quello di cui mi si accusa - ha aggiunto- avrei dovuto avere capacità diaboliche o essere Messi+Ronaldo+Maradona+Pelè per riuscire a dare un servizio di qualità a costi contenuti e sottrarre al sistema milioni di euro". Secondo Roberto Formigoni "questo processo non doveva nemmeno partire. Capisco fosse partito in Regioni dove i miei colleghi hanno accumulato milioni di deficit, invece la magistratura è andata a guardare una Regione che fornisce servizi eccellenti a costi contenuti". Per questo secondo il parlamentare "le smentite alle accuse - ha ribadito ancora una volta - arrivano da 50 milioni di italiani che vengono a curarsi in Lombardia". 

"ILLOGICITA''" - Per il senatore altre "illogicità" delle imputazioni riguardano i tempi con cui sono state riconosciute da Regione Lombardia a Maugeri le funzioni non tariffabili, secondo i pm, in cambio di denaro o altre utilità. "Le accuse nei miei confronti partono dal 1997, ma le funzioni tariffabili più costose sono state messe in piedi da Botti (ex dg della sanità) e Borsani (ex assessore). Loro non sono mai stati accusati. Botti e Borsani, s'intende, sono esenti da accuse anche ai miei occhi, ma non si capisce perchè io sono colpevole e loro sono esenti". Inoltre ha proseguito Formigoni «come presidente ero una testa senza braccia. Per le delibere avevo bisogno dei miei 17 assessori e del consiglio. Io non ero un dittatore, non ne avevo la possibilità. Senza il contributo di Botti e Borsani non avrei potuto fare nulla". Formigoni, rispondendo a una domanda sul merito delle accuse, ha parlato del 'fantasma' delle utilità: "Siccome in rogatorie in tutto il mondo non si è trovato un centesimo che Formigoni abbia incassato, altro che Panama Papers, bisogna tirare in ballo le utilità, sono scene fantasmagoriche". I pm hanno parlato di "4 milioni e mezzo per le tre barche di Daccò su cui sono stato ospite, con le figlie, gli amici e i fidanzati delle figlie, per una decina di giorni ad agosto, ogni anno, a partire dal 2007. Fino al 2006 ho avuto una piccola imbarcazione in cooperativa con amici". 

LA DIFESA DI FORMIGONI - "La Procura è ossessionata dalla volontà di costruire un castello accusatorio contro Formigoni colpevole di aver creato una sanità di eccellenza". Un castello basato sull' "infondatezza delle accuse" e sulla mancanza di prove. Chi parla è l'avvocato Mario Brusa, uno dei difensori dell' ex Governatore della Lombardia. Brusa, legale del 'Celeste' assieme all'avvocato Luigi Stortoni, ha cercato di smontare capitolo per capitolo le incolpazioni che hanno portato l'ex presidente della Lombardia alla sbarra. E riferendosi alla ricostruzione dei pm Laura Pedio e Antonio Pastore ha spiegato: "In questo quadro era indispensabile il coinvolgimento di Lucchina", ex dg della sanità, "che è invece una persona incorruttibile" così come Nicola Maria Sanese, ex segretario generale del Pirellone. "A loro carico non c'è né un euro né una vacanza. In tutti quegli anni l'attività amministrativa della Regione è stata trasparente e ineccepibile" e riguardo ai 5 milioni e mezzo chiesti come risarcimento danni dalla Lombardia guidata da Roberto Maroni, Brusa ha detto che "si è voluto assecondare la Procura" e che si tratta di "una richiesta allegra". 

"FORMIGONI VIVEVA D'ARIA" - Affrontando una per una le accuse, il legale ha per esempio spiegato che "la collaudata associazione per delinquere perde i pezzi" e che "non sono mai stati dimostrati i passaggi di contanti": "non c'è prova che il denaro", 270 mila euro cash, "provenisse da Daccò e dal San Raffaele" e sostenerlo "mi pare un'offesa" per il presidente della più importante regione d'Italia con una rilevanza nazionale e internazionale che, per questo, era "spesato e mantenuto dalla struttura". Il difensore, tra l'altro, ha negato che, in relazione alle delibere al centro dell'indagine, "ci fosse un'imposizione di Formigoni per 'tirare la macchina dove voleva lui'. Il presidente semmai indicava una pista da seguire", arrivavano delle indicazioni di massima che i tecnici "dovevano valutare con lo scopo di garantire la tenuta del sistema". E prima di chiedere l'assoluzione "con la formula più ampiamente liberatoria", tra le varie cose ha ricordato che secondo la Procura "Formigoni viveva d'aria" in quanto nella requisitoria dei pm si è parlato di assenza di movimenti di denaro dai suoi conti. L'avvocato Brusa ha sottolineato che in realtà ci sono "550 mila euro che Formigoni ha girato all'amministrazione della casa" dove viveva con gli altri Memores Domini.

 

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