LA LETTERA I marò, l'India e gli italiani a sovranità limitata

Dal 2 giugno non abbiamo più nuove dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. A parte la notizia del diploma di maturità conseguito da Girone, sono scomparsi dai radar dell’informazione. Spero vi siano trattative in corso per farli tornare a casa, ma temo, invece, che ormai i due militari siano caduti nel dimenticatoio. Di certo il nostro Paese non fa una gran figura di Barbara Consarino

Milano, 22 giugno 2014 - Dal 2 giugno non abbiamo più nuove dei marò Salvatore Girone  e Massimiliano Latorre. A parte la notizia del diploma di maturità conseguito da Girone, sono scomparsi dai radar dell’informazione. Spero vi siano trattative in corso per farli tornare a casa, ma temo, invece, che ormai i due militari siano caduti nel dimenticatoio. Di certo il nostro Paese non fa una gran figura. Duilio, e-mail

Prima dovevamo aspettare la fine della lunghissima campagna elettorale in India, poi l’insediamento del nuovo governo di Narendra Modi e poi, che altro? In tutta questa vicenda, ancora una volta si riconferma la nostra debolezza in politica estera, il non saper imporre le nostre ragioni, anche quando le abbiamo. Così come è accaduto con la tragedia del Cermis o con il rapimento dell’imam Abu Omar a Milano, ci siamo sempre piegati alle altrui sovranità. Con i marò abbiamo sbagliato le mosse iniziali, nel frattempo in Italia sono cambiati tre governi e questo non ha aiutato a risolvere la questione. Viene da rimpiangere Bettino Craxi per come gestì politicamente la crisi di Sigonella nel 1985 costringendo gli americani a rinunciare al loro blitz e a tornare a casa. Il capo dei Servizi era l’ammiraglio Fulvio Martini. Ma quelli erano altri tempi e altre tempre.

 barbara.consarino@ilgiorno.net

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