Coppia dell'acido, Martina Levato: "Voglio poter essere una madre"

La giovane madre vedrà suo figlio - collocato provvisoriamente dal Tribunale per i minorenni in una casa famiglia - in una stanza del carcere per circa un'ora e alla presenza di un educatore, di un assistente sociale e di uno psicologo

Martina Levato

Martina Levato

Milano, 7  agosto 2015 - "Voglio avere la possibilità di essere una madre, ci tengo molto a mio figlio e vorrei poter stare con lui il più possibile". Sembrano queste le parole di Martina Levato, condannata a 14 anni di carcere per un'aggressione con l'acido, dette ad uno dei suoi legali, l'avvocato Daniele Barelli, che stamani l'ha incontrata nel carcere milanese di San Vittore.

Domani, venerdì 28 agosto, Martina potrà rivedere il suo bambino - collocato provvisoriamente dal Tribunale per i minorenni in una casa famiglia - in una stanza del carcere per circa un'ora e alla presenza di un educatore, di un assistente sociale e di uno psicologo. L'incontro avverrà una volta alla settimana. "È molto provata per quello che è accaduto in questi giorni, sono state emozioni forti quelle che ha vissuto con i dolori del distacco compresi - ha spiegato il suo avvocato, che assiste la ragazza assieme ai legali Laura Cossar e Stefano De Cesare - ma è molto determinata ad avere anche lei la possibilità di essere madre". "Sono stati giorni difficili per lei - ha chiarito il legale - ma ci tiene molto al suo bimbo, è già molto legata a lui ed è determinata ad avere la possibilità di passare più tempo possibile con lui ed anche speranzosa". 

Ora, quindi, secondo il difensore, è il momento di valutare "positivamente" il fatto che i giudici minorili abbiano concesso alla mamma e ai nonni materni di incontrare il piccolo (i genitori di Martina lo hanno visto anche oggi nei pressi della comunità). La vera 'partita', secondo la difesa di Martina, si giocherà, infatti, nel procedimento di adottabilità che si concluderà nelle prossime settimane (entro il 30 settembre i servizi sociali dovranno stilare una relazione sul nucleo familiare). "Speriamo - ha aggiunto il legale - che venga effettuata una perizia sulla capacità genitoriale di Martina che ora è una persona diversa". Nell'ultimo provvedimento dei giudici minorili veniva citata la perizia del processo penale nella quale veniva spiegato che la giovane aveva "mostrato formale distacco, scarsa empatia" e un atteggiamento anche "sfidante e connotato da disprezzo". La prossima settimana i legali di Martina si incontreranno per fare il punto della situazione e, intanto, il Tribunale per i minorenni non si è ancora formalmente espresso sull'istanza della difesa che ha chiesto che la ragazza venga trasferita col bimbo all'Icam, l'istituto a custodia attenuata per detenute madri con prole fino a tre anni. 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro