Coppia dell'acido, Boettcher chiede l'affidamento del figlio

Il broker condannato con Martina Levato per un'aggressione con l'acido ha anche chiesto di poter vedere il figlio nato a Ferragosto secondo una regolamentazione come accaduto alla compagna

Patrizia Ravasi con il figlio Alexander Boettcher in Tribunale a Milano

Patrizia Ravasi con il figlio Alexander Boettcher in Tribunale a Milano

Milano, 25 agosto 2015 - Alexander Boettcher «è entrato formalmente nel procedimento assieme alla madre Patrizia Ravasi» per chiedere l'affidamento del figlio avuto con Martina Levato, la compagna con la quale è stato condannato 14 anni per un'aggressione con l'acido. Il broxer si è costituito come parte, attraverso i suoi legali, nel procedimento di adottabilità del figlio nato a Ferragosto. Nell'atto chiede, in sostanza che il bimbo venga affidato a lui o alla nonna paterna e di poter vedere il piccolo al più presto con la regolamentazione delle visite, come accaduto per la giovane.  Dopo la conclusione della procedura di riconoscimento del bimbo è stato quindi depositato l'atto al Tribunale per i Minorenni. Valeria Barbanti e Alessandra Silvestri, legali del broker si attendono che a breve, «almeno entro la prossima settimana», i giudici minorili o i servizi sociali (il bimbo ha come tutore provvisorio il Comune di Milano nella persona del sindaco Pisapia) comunichino ad Alexander e alla nonna tempi e modalità delle visite al bimbo, concesse nel provvedimento dei magistrati emesso nei giorni scorsi.

Visite che per quanto riguarda Martina e i nonni materni sono già state regolate dai servizi sociali. La ragazza incontrerà il figlio venerdì prossimo nel carcere di San Vittore e potrà vederlo una volta a settimana. Come sottolineato dall'avvocato Barbanti, inoltre, allo stato sia Martina e i suoi genitori che Boettcher e la madre hanno chiesto ai giudici che il bimbo, collocato temporaneamente in una comunità in attesa della conclusione del procedimento sull'adottabilità, venga affidato almeno ad uno dei due genitori o ai nonni. «Da parte delle famiglie di Martina e Alexander c'è un fronte comune - ha chiarito il legale - l'importante è che il bimbo non sia affidato a terze persone».

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