Tangenti: Mantovani torna consigliere in Regione, blitz del Movimento 5 Stelle

Oggi all'ordine del giorno dell' assemblea c'è infatti la presa d'atto della fine della sospensione dalla carica di consigliere di Mantovani, tornato in libertà

M5S e le finte dimissioni di Mantovani

M5S e le finte dimissioni di Mantovani

Milano, 19 aprile 2016 - Giovedì 14 aprile, l'ex vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani, è tornato libero, dopo essere finito ai domiciliari, in conseguenza l'arresto dello scorso 23 novembre nell'ambito dell'indagine per corruzione, concussione e turbativa d'asta. Mantovani, che si era autosospeso dalla carica di consigliere, oggi torna nel suo ruolo: all'ordine del giorno dell' assemblea c'è infatti la presa d'atto della fine della sospensione.

In apertura di seduta, il presidente dell'Assemblea Lombarda, Raffaele Cattaneo, ha spiegato che per l'Aula si tratta di una mera "presa d'atto" della rintegrazione di Mantovani esendo venute meno le misure cautelari disposte dal Tribunale di Milano. "Il Consiglio Regionale - ha detto Cattaneo - e' chiamato a prendere atto della cessazione delle misure e pertanto della fine della supplenza del consigliere Pagliuca. Non c'e' nessuna discrezionalita'". Cattaneo ha quindi reso noto di aver sentito Mantovani che ha comunicato la propria assenza alla seduta in ragione di una visita medica.

La vicenda ha suscitato le reazione del Movimento 5 Stelle, soprattutto perché Cattaneo ha riportato in Aula alcuni passaggi di una lettera del Movimento ricevuta nei giorni scorsi secondo la quale non si sarebbe dovuto procedere a sostituire Pagliuca e invece sollecitare le dimissioni di Matovani. "Nessuno puo' chiedere al presidente del consiglio - ha detto Cattaneo - di non rispettare la legge. Credo invece sia scorretto usare queste vicende per tornaconti politici. La nostra Costituzione stabilisce la presunzione di innocenza, praticare il principio di colpevolezza non fa parte della nostra Costituzione ne' del rispetto della dignita' delle persone". "E' stato mal interpretato quello che dice la lettera - ha replicato il capogruppo del M5S, Stefano Buffagni - e io mi sento offeso perche' non e' stato espresso all'Aula il contenuto corretto della lettera". 

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle si sono fatti fotografare e riprendere fuori dall'Aula prima dell'inizio della seduta con una finta lettera, formato gigante, di dimissioni da consigliere regionale di Mario Mantovani e alcuni cartelli con i volti dell'ex vicepresidente della Regione Lombardia e del consigliere leghista Fabio Rizzi e la scritta 'Per rispetto delle istituzioni è vietato l'ingresso a indagati per corruzione', simili agli avvisi con il divieto di ingresso con il burqa nei palazzi regionali.

A proposito del reintegro di Mantovani, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni ha detto: "E' un suo diritto, così dice la legge e io sono sempre per la presunzione d'innocenza. E' un principio affermato dalla Costituzione italiana, ma spesso i giustizialisti, per gli altri e non per se stessi come Renzi, se ne dimenticano". E ha ribadito:  "La presunzione d'innocenza è un diritto costituzionale. Fino a quando non c'è una sentenza definitiva di condanna tutti i cittadini sono presunti innocenti".

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