Delitto Manesco, convalidati i fermi dei due sospettati - FOTO

Sul fronte delle indagini sembrerebbero esistere alcune analogie fra l’assassinio di Manesco e altri due casi di omicidio, avvenuti negli ultimi anni in Lombardia, nel Lodigiano e nel Pavese, ma rimasti irrisolti. Gli inquirenti valutano dunque l’ipotesi di delitti seriali

Gianluca Civardi (sopra) e Paolo Grassi (sotto)

Gianluca Civardi (sopra) e Paolo Grassi (sotto)

Milano, 12 agosto 2014 - Convalidati i fermi dei due trentenni di Piacenza finiti in manette dopo l’omicidio e la mutilazione del cadavere dell’insegnante milanese in pensione Adriano Manesco, 77 anni, i cui resti sono stati trovati in una valigia gettata in un cassonetto della spazzatura a Lodi venerdì scorso. Sia Gianluca Civardi che Paolo Grassi avevano scelto di non rispondere alle domande del gip. Il giudice attende dalla polizia scientifica alcune analisi per confermare che il delitto sia avvenuto nel Milanese. In quel caso la competenza sul delitto passerebbe alla procura del capoluogo lombardo.

Sul fronte delle indagini sembrerebbero esistere alcune analogie fra l’assassinio di Adriano Manesco e altri due casi di omicidio, avvenuti negli ultimi anni in Lombardia, nel Lodigiano e nel Pavese, non lontano da Piacenza ma rimasti irrisolti. I due casi irrisolti (uno del 2011 e l’altro del 2007) sono tornati in queste ore sotto la lente degli inquirenti dopo l’arresto dei due piacentini 30enni che hanno tentato di far sparire il cadavere sezionato del professore milanese. La polizia non esclude che i due casi mai risolti possano essere collegati al nuovo omicidio. 

Il caso più recente risale a tre anni fa e riguarda il ritrovamento dei resti mutilati di un uomo che un ciclista aveva notato casualmente in riva al fiume Lambro vicino a Orio Litta, un piccolo comune nella parte meridionale della provincia di Lodi, a due passi da Piacenza. Il cadavere era stato smembrato e decapitato. La testa, insieme alle mani e a parte delle gambe, non sono mai state ritrovate, e quell’uomo non è mai stato nemmeno identificato. Mai nemmeno una denuncia di scomparsa, fatto che ha fatto pensare che fosse stato ucciso altrove, lontano dal luogo del ritrovamento. 

L’altro delitto era avvenuto nel 2007 in provincia di Pavia, a Monteleone: ancora il corpo di un uomo robusto ritrovato senza testa e senza le mani, proprio per impedirne il riconoscimento.  E, anche in quel caso, non vi fu nella zona alcuna denuncia di scomparsa. Le similitudini ci sono e dunque gli inquirenti valutano l’ipotesi di delitti seriali.

 

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