Voragine di Porta Romana, partiti i lavori nei box: nel '97 il precedente con la Maltauro

In corso di Porta Romana la strada franò anche 7 anni fa, sempre a causa di un parcheggio sotterraneo. L'impresa costruttrice era proprio la Maltauro, finita oggi nella bufera per lo scandalo degli appalti di Expo di Giambattista Anastasio

Ruspe chiudono voragine in Porta Romana a Milano

Ruspe chiudono voragine in Porta Romana a Milano

Milano, 28 luglio 2014 - Sono partiti ieri mattina i lavori di consolidamento del terzo piano del parcheggio interrato del palazzo in corso di Porta Romana 124, il palazzo sotto il quale sabato si è aperta una voragine di sei metri per tre. Atteso da tempo e deliberato solo nei giorni scorsi dall’assemblea di condominio, l’intervento consiste nella rimozione della paratia in legno il cui cedimento ha provocato l’apertura della vistosa buca e la sua sostituzione con una parete in cemento armato. A realizzare i lavori non è, però, il Comune come ipotizzato sabato sera dall’amministrazione ma un’impresa arruolata dai condomini. Non la stessa che ha realizzato i box, la Guffanti, stando a quanto riportano i condomini. Da parte sua, Palazzo Marino ha provveduto ieri a colmare la voragine, a ridurre l’area di cantiere in corso di Porta Romana consentendo così la circolazione delle auto nei due sensi di marcia, sia pur su carreggiate ristrette, e a sigillare dall’esterno il punto nel quale si è verificato il cedimento. Resta chiusa al traffico via Madre Cabrini, all’angolo col corso. Oggi i tecnici di A2A e MM sostuiranno i cavi e i tubi per la fornitura di corrente elettrica, gas e acqua, forniture ora garantite tramite bypass. L’obiettivo del Comune è chiudere martedì l’asfaltatura provvisoria del corso, mentre per il ritorno della pietra e del pavè bisognerà attendere settembre o ottobre. Oggi proseguirà la valutazione dell’azione legale da promuovere nei confronti dei costruttori per un eventuale risarcimento dei danni.

Ma a dispetto delle polemiche politiche di parte e di rito, il suolo di corso di Porta Romana non è nuovo a voragini clamorose e pure "griffate". Se ne aprì una poco distante dal civico 124, per l’esattezza in via dei Pellegrini, già il 10 aprile del 1997, sotto il mandato del sindaco leghista Marco Formentini: una buca larga quasi come tutta la carreggiata, otto metri per otto, e profonda sette. Il cratere si aprì alle 4 della notte e per fortuna non ci furono feriti. Due auto ne risultarono inghiottite, ma si trattava di auto in sosta: nessuno nell’abitacolo. Nella relazione allora stesa dal Comune si concluse che la responsabilità dell’accaduto era da attribuirsi, di nuovo, ai lavori per la realizzazione di un parcheggio interrato da 300 posti proprio in via Pellegrini. Come ricostruito dalle cronache del tempo, accanto alla voragine che inghiottì le auto, ce n’era una seconda, ovvero: lo scavo di cinquanta metri per cinquanta e profondo ventidue creato per poi costruire i box. Qual era l’impresa che si aggiudicò la realizzazione di quei 300 posteggi? Corsi e ricorsi della storia: si trattava della Maltauro, l’impresa di Vicenza finita nei mesi scorsi nell’inchiesta della procura di Milano sulla presunta "Cupola" creata da Primo Greganti e Gianstefano Frigerio con l’obiettivo di manovrare gli appalti dell’Expo del 2015. L’impresa infine commissariata col benestare del prefetto di Milano dopo gli appelli lanciati, nell’ordine, dal sindaco Giuliano Pisapia e da Raffaele Cantone, numero uno dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Allora la Maltauro si prodigò fin da subito per risarcire i danni dello smottamento.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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