Milano, 15 novembre 2014 - Partiamo dalla buona notizia: ieri non è piovuto. E non è particolare da poco: la tregua ha dato un’ulteriore boccata d’ossigeno a Niguarda e Isola. Certo, le previsioni per le prossime ore non lasciano affatto tranquilli: il bollettino della Protezione civile parla di «elevata criticità con rischio idraulico» per la zona D, ovvero «la pianura occidentale delle province di Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Monza e Brianza, Milano, Pavia e Varese», a partire dalla mezzanotte di oggi. Conseguenza: «Particolare attenzione deve essere posta al reticolo idraulico milanese», vale a dire Olona, Seveso e Lambro. Tutti sorvegliati speciali. L’entità delle precipitazioni dovrebbe essere inferiore rispetto a quella registrata di 72 ore fa, ma l’allarme resta.
Intanto, da Roma arriva una doccia fredda: il Governo stanzierà solo 5,5 milioni di euro sugli 88 reclamati dalla Regione nella richiesta di stato di calamità naturale per gli eventi compresi tra il 7 luglio e il 31 agosto. Solo il 6,25%. «Si tratta di una decisione completamente sbagliata – tuona il governatore Roberto Maroni – che penalizza ingiustamente i nostri Comuni, in particolare quello di Milano, perché la maggior parte dei danni è conseguente all’esondazione del Seveso». In effetti, i 27 milioni di euro chiesti da Palazzo Marino valgono il 30,68% del totale. «Adesso dovremo procedere al riparto – prosegue Maroni – sulla base dei criteri della gravità dei danni, di questi 5,5 milioni, ma è evidente che non potremo coprire la differenza: la Regione non dispone delle risorse». Si spera in un intervento del Parlamento in sede di approvazione della Legge di Stabilità, ma per ora i conti sono impietosi: se venissero confermate le percentuali, a Milano spetterebbero poco più di 1,6 milioni. «Ora Pisapia lo spieghi ai residenti», va all’attacco Riccardo De Corato. Rincara l’azzurro Fabrizio De Pasquale: «Milanesi turlupinati da Renzi e Pisapia».
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