Inchiesta mafia-Expo, "no" del Tribunale al nuovo manager Nolostand

Ci sono tre motivi diversi per cui il tribunale non accetta la nomina di Bruno Boffo alla guida dell'azienda partecipata al 100% da Fiera Milano

Padiglione della Francia a Expo 2015 (Newpress)

Padiglione della Francia a Expo 2015 (Newpress)

Milano, 26 luglio 2016 - Il Tribunale di Milano boccia la nomina di Bruno Boffo come amministratore unico di Nolostand, la società interamente controllata da Fiera Milano e posta in amministrazione giudiziaria nell'ambito dell'inchiesta che il 6 luglio scorso aveva portato all'arresto di 11 persone (7 in carcere e 4 ai domiciliari) per presunte infiltrazioni di Cosa Nostra negli appalti della stessa Fiera e di Expo. La nomina di Boffo al posto di Enrico Mantica è stata deliberata proprio ieri dall'assemblea dei soci di Nolostand, composta di fatto dal socio unico Fiera Milano. Suscitando parecchie "perplessità" da parte dell'amministratore giudiziario Piero Capitani. Sono tre i motivi per cui non è stata approvata dal tribunale la nomina di Boffo: manager che non assicura "discontinuità" con la passata gestione, ricompensato con una somma "sproporzionata" rispetto ai paramenti di mercato ed è finito sotto indagine una ventina d'anni fa. Così la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto proprio oggi un decreto per sollecitare l'amministratore giudiziario Capitani a non controfirmare gli atti gestionali decisi dal nuovo amministratore di Nolostand "con la conseguente improponibile paralisi aziendale". Il collegio di giudici presieduto da Fabio Roia, "non autorizza l'amministratore giudiziario Piero Antonio Capitani a controfirmare gli atti" del neo amministratore unico di Nolostand.

Tre i motivi della decisione. Boffo, si legge nel provvedimento, per oltre un decennio, dal 1998 al 2009, ha ricoperto "attività apicali" in Fiera Milano dove, tra l'altro, è stato direttore generale. Non è perciò in grado di assicurare "quella esigenza di discontinuità ed autonomia con la gestione precedente e con Fiera Milano" che ai giudici milanesi appare "requisito essenziale per il buon esito della procedura". Nel mirino dei giudici è finito anche lo stipendio del manager: 100 mila euro per 5 mesi di lavoro, stabiliti dal Comitato per la Remunerazione di Fiera Milano il 22 luglio scorso, sono una somma "sproporzionata" rispetto "ai parametri aziendali normalmente applicabili", tenuto anche conto "della criticità aziendale di Nolostand". C'è poi il capitolo dei trascorsi giudiziari: Boffo risulta incensurato, ma tra il 1990 e il 1995 è finito sotto indagine a Siracusa per falso in bilancio nonché per truffa aggravata a danno, tra l'altro, della Cassa Depositi e Prestiti. Altra ragione che ha spinto il Tribunale di Milano a dire no alla sua nomina "per un evidente profilo di opportunità". Tutto da rifare, dunque: nel provvedimento i giudici sollecitano l'assemblea dei soci Nolostand "a nominare un nuovo amministratore unico previa intesa preventiva con l'amministratore giudiziario".

Intato rimane in carcere Liborio Pace, una delle 11 persone arrestate lo scorso 6 luglio nell'ambito dell'inchiesta della dda di Milano su presunte infiltrazioni mafiose nei lavori di Fiera Milano, tra cui quelli relativi ad alcuni padiglioni di Expo. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Milano che ha respinto la richiesta di revoca della misura di custodia cautelare in carcere per Pace. I giudici hanno altresì rigettato l'istanza di libertà per Calogero Nastasi, posto agli arresti domiciliari, e padre di Giuseppe Nastasi l'imprenditore, amministratore di fatto di numerose società attive nel settore degli allestimenti fieristici, tra cui il consorzio Dominus che ha intrattenuto, secondo le indagini, considerevoli rapporti economico-commerciali con Nolostand la controllata di Fiera Milano spa. Il riesame, che depositerà le motivazioni tra qualche settimana, ha così confermato l'aggravante di aver agito al fine di favorire l'associazione mafiosa di Pietraperzia (CL) a cui, stando agli accertamenti, Pace, braccio destro e socio di Nastasi, era legato e dove sarebbero finiti parte dei soldi riciclati e nella disponibilità degli indagati. Oggi sempre davanti al Riesame è stato discusso il ricorso dell'avvocato di Caltanisetta Danilo Tipo, anche lui finito in cella.

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