In manette la maestra elementare pusher

Al mattino tra i banchi, il pomeriggio a distribuire cocaina nel retrobottega del suo negozio di artigianato di Mario Consani

Alcuni grammi di cocaina (Ansa)

Alcuni grammi di cocaina (Ansa)

Milano, 6 novembre 2014 - La doppia vita della maestra. La mattina in aula tra i banchi di una scuola elementare, il pomeriggio ad arrotondare lo stipendio distribuendo cocaina nel retrobottega del suo negozio di artigianato. L’altra sera, però, è arrivata la polizia e l’ha colta in flagrante tra bilancini e bustine di cocaina (di cui ha ammesso di far uso anche personale). Scattate le manette con l’accusa di spaccio, dopo una notte passata in questura l’insegnante si è ritrovata davanti al giudice delle direttissime, fra l’altro una mattina nella quale tra il pubblico era presente una scolaresca in visita a Palazzo di giustizia.

Abbastanza imbarazzante il suo interrogatorio. La maestra, sui sessant’anni, vedova, un figlio grande che lavora all’estero, ha dovuto spiegare che aveva ceduto la dose (secondo l’accusa, per 150 euro il grammo) a una coppia di suoi conoscenti che assumevano la coca insieme a lei. Gli agenti, evidentemente mossi da una “soffiata”, dentro un mobile nello sgabuzzino hanno trovato anche marijuana. «Quella ce l’ho da molto ma non la uso, non so cosa farne». La mattina dunque a insegnare ai bambini della primaria in una scuola zona Parco Trotter, il pomeriggio a darsi da fare nel laboratorio artigiano ma non solo. I soldi, evidentemente, non le bastavano. «Guadagno circa 2.000 euro al mese» ha spiegato al giudice. Poi c’era il resto, che doveva servire a coprire le spese della carta di credito e a finanziare quel vizio di polvere bianca.

Il tribunale ha convalidato il suo arresto e le ha concesso i domiciliari in attesa del processo. E in quel momento, probabilmente, la maestra si è resa conto di aver rischiato concretamente il carcere e, soprattutto, di poter perdere il suo incarico di insegnante. «Come faccio con la scuola?» si è preoccupata. La sua difesa ha insistito per un permesso di lavoro che le consenta di uscire quotidianamente per raggiungere la classe, ma il tribunale non l’ha concesso. Almeno per ora. La maestra dalla doppia vita dovrà mettersi in “malattia”.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro