"Aiuto, la nonna gratta i bigliettini". Così la nipotina svela la ludopatia

L’ultimo studio: sempre più giovani esposti anche al gioco passivo. E uno studente delle superiori su tre scommette

Il vizio

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Milano, 12 giugno 2016 - L'ultima famiglia ha bussato alla porta dello psicologo Simone Feder un paio di giorni fa. La nipotina aveva scoperto che la nonna “grattava” sempre dei bigliettini e, nonostante l’innocenza dei suoi sei anni, aveva capito che in quel “grattare” qualcosa non andava. Così lo ha detto alla mamma, una dirigente d’azienda, che si è scontrata con la dura realtà: la nonna era già entrata in quel cortocircuito che ti prende, ti travolge, svuota i conti in banca ma, soprattutto, spiazza le famiglie. «Come lo spiego alla piccola? Come ricostruire i rapporti di fiducia con la nonna?», la domanda.

Bambini circondati dal mondo dell’azzardo. E giovani che giocano d’azzardo. Troppo presto. Secondo l’ultimo studio condotto da “Semi di melo”, centro per la formazione e la ricerca sull’infanzia e l’adolescenza - di cui fanno parte le Onlus ‘Casa del giovane’ di Pavia e Fondazione Exodus di Milano - in Lombardia, il 15% gioca d’azzardo regolarmente. A Milano ci sono punte anche del 24-27% per quanto riguarda le scommesse e un adolescente su due ha avuto esperienze con i gratta e vinci. "A preoccupare di più è l’azzardo passivo in famiglia, che cresce", aggiunge Simone Feder, esperto della materia a livello nazionale, che ha fortemente voluto lo studio realizzato anche grazie al contributo dell’Università Bicocca e al sostegno dell’assessorato al Territorio di Regione Lombardia. "A fine anno raccoglieremo altri dati per consegnare una ‘cassetta degli attrezzi’ alle famiglie e alle scuole", spiega lo psicologo. Una delle domande rivolte ai ragazzi è stata diretta: conosci qualcuno che gioca abitualmente? "Il 24% ha detto che i genitori lo fanno tutti i giorni o quasi. È il dato che preoccupa maggiormente a Milano e Brescia perché chi è esposto al gioco passivo ovviamente è più a rischio".

I dati sono stati raccolti tra 20mila giovani lombardi e correlati ad altri 8mila a livello nazionale. "A me fa piangere il cuore vedere i figli che portano i genitori, chiedendo aiuto, preoccupati per loro – confessa l’esperto – hanno la percezione del pericolo dell’azzardo, cosa che manca agli adulti. Quando incontriamo i giovani delle scuole elementari e medie, ogni anno più di 60mila, cominciamo sempre con una prova utilizzando le parole azzardo e gioco, e loro sono stupiti. Legano l’azzardo al pericolo, al rischio mentre il gioco a una valenza diversa, al divertimento. Solo il 3% dichiara che l’azzardo è divertimento". La consapevolezza nei piccoli c’è. Ma nei grandi? "I giovani sono preoccupati per i loro famigliari e per i loro coetanei, non tanto per i soldi ma per il tempo buttato, l’ambiente intossicato – conclude Feder –. Hanno la percezione che faccia male, ma non possono pagare loro il prezzo, non possiamo scaricare questo fardello, è troppo pesante per loro".

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