LIBRI A CONFRONTO DI ANTONIO CALABRO' La Sinistra che fa i conti con la propria storia

Le memorie. E i progetti. I vincoli. E le speranze. La Sinistra, arrivata con Matteo Renzi al governo del Paese con un consenso elettorale straordinario e l’ambizione di durare a lungo, fa i conti con se stessa e la propria storia. È oggetto d’indagine politica, sociologica, culturale. E produce letteratura. Anche critica. Su se stessa. C’è tutto un gran parlare, scrivere, raccontare e criticare. Vale la pena capirne un po’ di più

Libri a confronto di Antonio Calabrò

Libri a confronto di Antonio Calabrò

Milano, 23 agosto 2014 - Le memorie. E i progetti. I vincoli. E le speranze. La Sinistra, arrivata con Matteo Renzi al governo del Paese con un consenso elettorale straordinario e l’ambizione di durare a lungo, fa i conti con se stessa e la propria storia. È oggetto d’indagine politica, sociologica, culturale. E produce letteratura. Anche critica. Su se stessa. C’è tutto un gran parlare, scrivere, raccontare e criticare. Vale la pena capirne un po’ di più. Prendendo per esempio in mano “Tutti”, cinque lettere maiuscole e rosse che fanno da titolo al romanzo, pubblicato da Einaudi, con cui Francesco Piccolo ha vinto l’ultimo Premio Strega. Il titolo esatto è “Il desiderio di essere come tutti”. E nelle pagine c’è la storia della “vita pura: io e Berlinguer” e della “vita impura: io e Berlusconi”. Vicenda collettiva, nell’Italia dagli anni Settanta a oggi. E biografia personale in forma letteraria: “Cominciai a vivere in modo costante una contraddizione tutta mia: la pena per il mio partito e per le speranze che avevamo e la frenesia del divertimento, del gruppo di amici, del consumo fino in fondo di tutte le energie. 

Insomma, intanto che Berlinguer si intristiva e si irrigidiva, io mi liberavo e mi lasciavo andare. Questa contraddizione avrebbe caratterizzato tutto il resto della mia vita, probabilmente: ero comunista, ma ero in sintonia con gli anni Ottanta…”. Vita privata e vita pubblica. Trasformazione. Facendo i conti con i limiti della pretesa “diversità” e “superiorità morale” della sinistra sul resto d’Italia e vivendo i rischi della perdita dell’orgoglio identitario e dunque chiudendo anche il capitolo dell’anti-berlusconismo ideologico, per parlare di riforme, dialogo, governo. Un “romanzo riformista”, insomma. Adatto ai tempi.

Piccolo a parte, si può sorridere con l’ironia di “AristoDem” ovvero “discorso sui nuovi radical chic” di Daniela Ranieri per Ponte Alle Grazie, corrosiva rappresentazione dei tic e dei cliché “di una pseudo-intellighenzia”. O meglio ancora concentrare l’attenzione su “Le catene della sinistra” di Claudio Cerasa, edito da Rizzoli, una documentata critica a “lobby, interessi, azionisti occulti di un potere immobile”, a una grande forza politica prigioniera del giustizialismo, dei “poteri forti” bancari, d’un sindacato conservatore che non sa affrontare il dramma dei giovani senza lavoro. L’ultimo capitolo parla della “cultura della sconfitta” e spiega perché “la Sinistra ha paura di Checco Zalone”. Snobismo impotente, perdente. E il passato? Da rileggere. Tra nostalgia e analisi storico-politica.

Come prova a fare Walter Veltroni in “Quando c’era Berlinguer”, un libro Rizzoli nato in contemporanea con l’omonimo film. Non è solo amarcord ma ragionamento critico sulla forza del Pci impersonata da una figura profondamente morale e sulle battaglie perdute, al di là dell’impegno “dell’onestà, della speranza civile e del riscatto sociale”. C’è molto altro da leggere, volendo. Come “Ricordati di vivere”di Claudio Martelli, Bompiani, il punto di vista d’un leader del Psi ai tempi di Craxi. O come “Quando si pensava in grande”di Rossana Rossanda, Einaudi, i colloqui “con venti testimoni del Novecento” di una prestigiosa leader della sinistra rappresentata da “il manifesto”. Critica e autocritica. Come la migliore Sinistra, d’altronde, insegna. 

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