Crisi, chi non molla: "La mia libreria ha chiuso e io vendo cultura in bicicletta"

Luca Santini, 55 anni: aiuto le persone ad innamorarsi dei racconti di MARIANNA VAZZANA

Luca Santini, padre di due figli,  in giro in zona Navigli sulla sua bici col carrettino pieno di volumi;  sopra, la sua vecchia libreria in largo Mahler ormai chiusa da due anni (Newpress)

Luca Santini, padre di due figli, in giro in zona Navigli sulla sua bici col carrettino pieno di volumi; sopra, la sua vecchia libreria in largo Mahler ormai chiusa da due anni (Newpress)

Milano, 12 novembre 2015 - Due anni fa chiudeva la Libreria Largo Mahler, schiacciata dalle difficoltà economiche. Il sipario si è chiuso su quintali di pagine e su un mondo che per dodici anni ha rappresentato un punto di riferimento culturale per il quartiere di corso San Gottardo e dintorni. Oggi, al suo posto, c’è una tintoria di cinesi. Ma quel mondo non si è spento. Si è solo trasformato. Perché il “papà”, Luca Ambrogio Santini, 55enne, un passato da bancario, è diventato un libraio itinerante. Cosa significa? Che inforca la sua bici, lega sul retro un carrettino pieno di libri e pedala fino ai clienti, su richiesta. Il suo progetto si chiama “LibriSottoCasa” e ha anche una pagina Facebook dedicata. E pazienza se non esiste più un negozio fisico: Santini si appoggia ad alcuni punti vendita della zona (la caffetteria Vaniglia e Zenzero di via Tantardini, Rooths hair & tatoo di viale Bligny e Magazzino Musica di via Soave) per allestire “corner”, angoli, con le sue proposte librarie. Le pile di volumi sono stipate in uno spazio condominiale, che funge da mini-magazzino, da cui attinge prima delle consegne. Poi organizza banchetti alle presentazioni di libri con autori e partecipa a eventi di quartiere. «In più - spiega - collaboro con le biblioteche rionali».

Va avanti così da due anni. «Continuo a selezionare libri e a proporli alla gente. Tutti i giorni vado dai grossisti, guardo le ultime novità, m’informo su internet e sui giornali». E dispensa consigli. È questo che lo distingue dai colossi delle vendite on-line. «Se è vero che la gente, col computer, può ordinare tutto comodamente, dai libri ai trapani, e averlo in pochissimo tempo a domicilio, è altrettanto vero che in quel caso non si troverà mai di fronte una persona che conosce veramente i libri, che li ha letti, che indica un volume in base alle richieste e al carattere di chi si trova di fronte». E dice che «se non facessi il libraio, mi piacerebbe essere un bibliotecario. Per aiutare le persone a innamorarsi dei libri, a conoscerli. Purtroppo si legge sempre meno. Il 41 per cento degli italiani, ho saputo, legge appena un libro all’anno». Non i suoi lettori. «Faccio una trentina di consegne a settimana». E non rimpiange la vita di prima, da libraio tradizionale. «Ora vivo molto più rilassato, anche grazie alla mia famiglia che mi è stata molto vicina». Si riferisce alla moglie e ai due figli, un maschio di 12 anni e una femmina di 10.

Sabato, nel parco di via Chiesa Rossa di via San Domenico Savio, parteciperà all’iniziativa “Per il portico spazio comune”. Insieme all’amico Ernesto Ponziani (messo in esubero dall’azienda per la quale lavorava come energy manager) darà vita a “Patabook”: un allestimento che unisce un poeta contadino e un libraio itinerante. «Avremo un banchetto di ortaggi e saggi, di verdure e letture», sottolinea Santini. Progetti per il futuro? «Sono in contatto con la commissione Commercio del Consiglio di Zona 5, abbiamo in mente di creare una “mostra del libro” coinvolgendo i librai indipendenti della città».

di MARIANNA VAZZANA

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