Una lettera firmata dai giocatori del Milan per salvare il capo ultras dal Daspo

I giocatori del Milan (tra cui Kakà, Balotelli e l'allenatore Seedorf): "Non ci siamo sentiti minacciati". Ma il Daspo, per ora, resta di Luca Guazzoni e Nicola Palma

Milan-Parma, i tifosi rossoneri contestano la squadra

Milan-Parma, i tifosi rossoneri contestano la squadra

Milano, 18 settembre 2014 - Per ora quella lettera non è servita. Però esiste eccome. Ed è depositata sia alla Procura di Milano che al Tar della Lombardia. Nove righe controfirmate da 10 tesserati dell’Ac Milan stagione 2013-2014 (compresi Seedorf, Balotelli e Kakà) per scagionare gli ultras denunciati per i fatti di Milan-Parma. Per chi non lo ricordasse, il 18 marzo scorso i tifosi rossoneri contestarono duramente alcuni giocatori e l’ad Adriano Galliani prima e dopo la sconfitta per 2-4 in casa: «Veniamo coi bastoni» e «Vi romperemo il c.» alcune delle frasi urlate all’arrivo del pullman a San Siro e annotate dagli agenti della Digos. A match concluso, l’incontro tra i portavoce della Sud e i calciatori, durante il quale i primi chiesero a muso duro ai secondi (rimasti in religioso silenzio) più impegno in campo e meno notti brave. Passato qualche giorno, arrivò la stangata della Questura: 35 denunce (più altrettanti Daspo) per manifestazione non preavvisata, minacce aggravate e istigazione a delinquere. Ora si scopre che due settimane dopo l’avvocato Jacopo Cappetta, legale del capo della curva Luca Lucci e degli altri indagati, scrisse a Super Mario e compagnia per chiedere se si fossero sentiti in pericolo quel giorno. Pronta la risposta, autografata pure da Abate, Abbiati, Amelia, Bonera, De Jong, Muntari e Pazzini. Uno: «Quanto al momento di ingresso del pullman allo stadio, data la velocità di manovra, non è stato possibile percepire nessun coro dei tifosi nella sua interezza e quindi nessuna minaccia». Due: «Quanto al colloquio intrattenuto a fine partita, non vi è stata nessuna minaccia verbale o fisica da parte di Lucci, Pacini e Delle Foglie (i tre tifosi, ndr), ma esclusivamente l’espressione di una profonda delusione per i risultati della squadra». Assoluzione piena. E forte imbarazzo nei corridoi di via Rossi.

di Luca Guazzoni e Nicola Palma

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