Leoncavallo, proprietà ceduta al Comune. De Corato: "Sarà il Vietnam"

La proprietà dello stabile in cui sorge il centro sociale Leoncavallo, un'ex cartiera occupata dal 1994 in via Watteau 7, è stata ceduta al Comune di Milano dal gruppo Cabassi. Delibera approvata dalla Giunta per la permuta con due palazzi di via Zama e Trivulzio. De Corato: "In Consiglio comunale sarà il Vietnam"

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Milano, 31 luglio 2014 - Una permuta di immobili e lo stabile di via Watteau 7, sede dello storico centro sociale di Milano Leoncavallo, passa al Comune di Milano. La societa' della famiglia Cabassi spiega che "la controllata L'Orologio srl, proprietaria dell'immobile occupato senza titolo di via Watteau 7 a Milano, ha sottoscritto un atto unilaterale d'obbligo che contempla l'impegno a permutare con il Comune di Milano, l'immobile di proprieta', con gli immobili comunali di via Zama 23 e via Trivulzio 18 a Milano. Il perfezionamento dell'operazione - si legge in una nota - e' subordinato al via libera della giunta e del consiglio comunale". E infatti la Giunta comunale ha approvato oggi l'atto di permuta immobiliare con la società L'Orologio Srl. La proposta di delibera da sottoporre al Consiglio comunale si inserisce in un percorso di cui è stato informato il Prefetto. La permuta prevede che l'edificio di via Watteau 7 diventi di proprietà dell'Amministrazione comunale

L'equilibrio economico della permuta - si legge - è stato valutato anche sulla base di un'apposita perizia estimativa rilasciata dalla competente Agenzia del Territorio. Il perfezionamento dell'operazione è subordinato alle favorevoli delibere della Giunta comunale e del Consiglio comunale di Milano". Proprio stamani era stata notificata al centro sociale la proroga dello sfratto al 30 settembre prossimo.

Si avvia così a una conclusione la lunga vicenda del luogo simbolo dei centri sociali milanesi e non solo. Occupato 20 anni fa, l'8 settembre 1994, lo stabile di Watteau, una ex cartiera nel quartiere Greco, di proprietà della famiglia Cabassi, divenne la nuova sede del centro sociale dopo lo sgombero dalla storica sede di via Leoncavallo, avvenuta senza scontri nel 1994 - dopo le tensioni e i disordini per un primo tentato sgombero nell'agosto 1989 -, e la breve esperienza in via Salomone 71, in un capannone industriale. Negli ultimi anni, con lo slogan 'Qui sono e qui resto', il centro sociale ha intrapreso un percorso per la regolarizzazione degli spazi, predisponendo anche un 'masterplan', con tanto di rendering, e la proposta di nuove funzioni sociali all'interno del centro oltre a quelle gia' attive.

IL PROGETTO - "Esiste la possibilità di trasformare una situazione di irregolarità in un'opportunità per la città - si legge nel provvedimento della Giunta -, superando situazioni di criticità con ripercussioni sulla qualità del territorio e sull'ordine pubblico, come evidenziato anche dalla Prefettura. Tutto ciò nel perseguimento dell'interesse pubblico ad acquisire un immobile nel quale sia possibile localizzare, in base ad adeguata procedura, progetti in grado di dare risposte efficaci ai bisogni di spazi fruibili per attività creative e culturali che emergono, in particolare, nella fascia più giovane e debole della popolazione". Oltre a cedere al Comune di Milano la proprietà dello stabile di via Watteau 7, il privato realizzerà in via Zama uno spazio polifunzionale per il quartiere destinato a ospitare attività e iniziative socio-culturali, rispondendo così a un'esigenza espressa dai cittadini attraverso il Consiglio di Zona 4.  Lo stabile di via Trivulzio 18 è stato invece realizzato nel 2003 con destinazione residenziale ma mai completato. Per questo secondo immobile il privato si impegna a non insediare funzioni residenziali libere per un periodo di dieci anni e a consegnare lo spazio polifunzionale per il quartiere entro tre anni.

LE REAZIONI - ''Pisapia si scordi che la partita sia chiusa'': Riccardo De Corato, consigliere di Fratelli d'Italia ed ex vicesindaco di Milano,ha gia' annunciato sulla regolarizzazione del centro, "un vero e proprio Vietnam tra ordini del giorno ed emendamenti''. Ma il consigliere, che sul Leonka ha pronto un dossier di 80 pagine dal titolo 'Vent'anni di violenze contro la citta'' e' pronto anche alle denunce. Una perche' lo spazio non e' stato messo al bando, ''una alla Corte dei Conti, perche' controlli che nel giro di immobili non ci siano state perdite per il Comune - ha aggiunto - e una alla magistratura, allegando il mio dossier. Il Comune sta favorendo dei violenti, che ripetutamente hanno infranto e infrangono la legge''.

"Ci sono voluti 39 anni. Tanto è il tempo trascorso dal 18 ottobre 1975. Oggi, con la delibera urbanistica approvata dalla Giunta di Milano sul Leoncavallo, si chiude un'epoca e se ne apre un'altra. Vengono consegnati alla città, a costo zero, 5000 mq, di spazio pubblico e attività sociali e culturali. La delibera di oggi è anche un segnale positivo verso tutti gli spazi sociali milanesi, in un periodo di evidenti tensioni. È, quello di oggi, un atto che riconosce le ragioni di quanti in questi anni si sono battuti per questo risultato e per una città diversa". Così Daniele Farina, deputato di Sel e storico portavoce del Leoncavallo, su Facebook.

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