Lega, l'ex segretaria di Bossi: "Senatur non al corrente di spese"

Daniela Cantamessa è stata sentita come testimone nell'udienza del processo

Umberto Bossi e Francesco Belsito (Ansa)

Umberto Bossi e Francesco Belsito (Ansa)

Milano, 28 aprile 2016 - Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord, non sarebbe stato al corrente delle spese per esigenze private con i fondi del movimento e degli investimenti dell'ex tesoriere del partito Francesco Belsito "finché non sono usciti i primi articoli di stampa" nei quali si parlava di Tanzania, dei diamanti e di altre operazioni. E' quanto ha raccontato l'ex segretaria particolare del 'Senatur', Daniela Cantamessa, sentita come testimone nell'udienza del processo, davanti al giudice monocratico di Milano Maria Luisa Balzarotti, che vede come imputati, per una presunta appropriazione indebita da più di mezzo milione di euro di soldi pubblici, Umberto e Renzo Bossi oltre allo stesso Belsito. 

Dopo la scoperta degli investimenti in Tanzania, ha ricordato  Cantamessa, c'è stato "subito un confronto tra Umberto Bossi e Belsito", con il segretario che aveva "rimproverato" al tesoriere l'opportunità di quegli investimenti. "Questo è un partito e non un'azienda, non deve pensare al rendimento dei soldi che gestisce", avrebbe detto Bossi a Belsito, stando al racconto in aula di Cantamessa. Una testimonianza, quella della segretaria, che è sembrata smorzare di molto le accuse dei pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano, titolari dell'indagine, e che è stata più volte oggetto di formale contestazione da parte dell'accusa rispetto agli interrogatori da lei già resi in sede di indagini.

 Le "valutazioni" sulle spese private e sugli investimenti dell'ex tesoriere Belsito, apostrofato con il nomignolo di "Tombolotto", che si scambiavano spesso per telefono Daniela Cantamessa, formalmente ancora segretaria particolare di Bossi (come ha precisato in aula), e l'addetta all'amministrazione del partito Nadia Dagrada erano di "carattere politico", da militante della Lega, e non di tipo "economico", ambito nel quale non volevano entrare. Lo ha raccontato sempre la stessa Cantamessa, che è ancora alle dipendenze della Lega come segretaria di Bossi ma è in aspettativa straordinaria retribuita da più di un anno. Nelle intercettazioni citate dal pm, però, Cantamessa e Dagrada sembravano ben al corrente che qualcosa non stesse funzionando nella gestione tanto che si confidavano che "bisognava far sapere a Bossi le cose che forse non sapeva", riferendosi probabilmente alle multe pagate con i soldi del partito e alle spese che sono state contestate.

Cantamessa ha ricordato, inoltre, che all'interno del partito c'era chi non vedeva di buon occhio gli atteggiamenti di Rosy Mauro, fedelissima di Bossi e critica verso la gestione della tesoreria di Belsito, definita una «comandina» e che avrebbe voluto far rimuovere il prima possibile l'ex tesoriere. Quest'ultimo, è emerso dalle intercettazioni depositate agli atti del processo, si sarebbe lamentato più volte fino a «piangere» al telefono con la Dagrada. L'udienza è stata aggiornata al 20 giugno quando potrebbe anche essere interrogato Renzo Bossi. In questo procedimento è stato già condannato a un anno e otto mesi Riccardo Bossi, il primogenito del fondatore della Lega Umberto, che ha scelto il rito abbreviato.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro